giovedì 28 febbraio 2013

numero 6 - storia precaria (2013)

il sodalizio artistico tra michele "mezzala" bitossi e stefano piccardo nasce all'indomani dello scioglimento della band genovese laghisecchi di cui il primo ne è stato il leader. 
con il nome numero 6, ispirato a una serie tv inglese cult degli anni '60, the prisoner (il cui protagonista si chiamava number six), un rinnovato amore per le sonorità indie rock statunitensi e la tradizione musicale nostrana (dai grandi cantautori agli anni ottanta), i due si ritrovano in studio nel corso del 2003, con solo alcuni punti fermi: il gusto per le progressioni di accordi insolite, per le melodie imbevute di tradizione italiana e per le trame di ritmi imprevedibili.
dopo 5 dischi, di cui uno insieme allo scrittore enrico brizzi, e una parentesi solistica di mezzala, nell’autunno 2012 pubblicano dio c’è. musicalmente, è un disco di puro pop-rock di stampo 60s e 70s con accenni beat, “semplice” e diretto, con un’attenzione alla melodia sempre evidente e convincente, anche quando il sound propende maggiormente sul versante più rock. 


il video di storia precaria, secondo singolo estratto dall’album, girato da stefano poletti, è dramma shakesperiano (l'amleto) di lacrime e sangue. mette in scena la squallida realtà di luoghi comuni che popolano le vite sconclusionate e drammatiche dei ragazzi e ragazze di periferia. storie precarie che si fanno sempre più definitive.
“protagonista è un ragazzino che, abbagliato dal successo dei rapper del momento, vorrebbe la loro stessa popolarità ma fa poi un gran casino. il brano fotografa quella grande bolla di sapone che è il rap italiano: una sorta di cartoon senza contenuti, plastica buona per ingraziarsi i dodici-tredicenni. lo capisco, è business, raschiano il fondo del barile guadagnando finché è possibile. Si badi bene: lo dico con la serenità di chi fa un altro campionato, però i contenuti proposti sono pericolosi… 
mentre lo provavamo, è venuta fuori l’idea di una coda musicale. Abbiamo coinvolto allora un nostro amico, simone lalli in arte autobam: gli abbiamo chiesto di far sfociare il pezzo in un delirio elettro-pop, che nulla centra con la prima parte della canzone, ma che è in linea con il testo” (michele bitossi)


storia precaria
se fossi un rapper potrei
dire cazzo e odiare i gay
dal vivo andrei col deejay
zero sbatti e tanti sghei
e se poi radio deejay
supportasse il mio long playing
come i club dogo o marracash
sarei spesso sotto i flash
amore mio
cercavo soltanto di portarti via
da quell'infame seminterrato
di periferia
di fabri fibra ho la mail
di jay z la comprerei
mi do da fare lo sai
ma il contratto arriva mai
amore mio
cercavo il sereno oltre le nuvole
di scappare dalle viti e i bulloni
di leroy merlin
ecco fatto
ecco tutto
dio solo sa se vuotare il sacco servirà
l'avvocato mi ha detto scrivi e vedrai
se fossi un rapper potrei
passar forse meno guai
ti getterei sulla porsche
e poi vita avanti march!
amore mio
ti prego di non tornare mai più qua
il treno è caro e non hai un'idea del freddo che farà
ho fatto fuori un uomo e la nostra quotidianità
adesso avrò vent'anni per scrivere il mio disco rap.

mercoledì 27 febbraio 2013

appino - che il lupo cattivo vegli su di te (2013)


dopo quasi vent’anni e sette album come leader degli zen circus, andrea appino si prende una pausa e pubblica il suo primo disco solista: il testamento, in uscita il 4 marzo prossimo. alla realizzazione dell’album del cantautore pisano hanno collaborato numerosi esponenti della scena indipendente italiana, da giulio favero e franz valente del teatro degli orrori a rodrigo d’erasmo degli afterhours ed enzo moretto degli a toys orchestra


l’album tratta situazioni molto personali che riguardano i vari tipi di famiglia, approfondendo temi intimi come l’ego, la schizofrenia e il suicidio: la title-track è infatti ispirata all’episodio della morte del regista mario monicelli.
“il disco è molto personale, si parla tanto della famiglia. e soprattutto ci sono vari aspetti della mia famiglia, che è una storia un po’ strana. è più un’immagine che mi sono fatto varie volte di una famiglia, magari una famiglia non molto unita, che si ritrova dall’avvocato perché ha da spartirsi ciò che rimane della vita di un loro caro, o meno caro, parente. ecco, il testamento, ha proprio questa idea qua che mi fa un pò ridere...” (andrea appino) 

il primo singolo estratto è che il lupo cattivo vegli su di te, diretto da stefano poletti. come ci suggerisce il titolo, il video mostra il ribaltamento dei ruoli, dove il lupo per una volta non è cattivo ma veglia sui bambini, mentre il mondo, con i suoi abitanti è il vero mostro. un incubo rock che fa da sfondo ad una ninna nanna al contrario, che fa paura.

che il lupo cattivo vegli su di te
dormi piccolino è luna piena già
strilla la sirena e l’aeroplano va
dorme per sempre l’agnello di dio
quando suona la campana la messa inizierà che sveglia tutta la città
qui non si riposa mai
la gente sparla, s’indigna e singhiozza
la gente infama, tradisce e poi ride
in gran tranquillità.
dormi bel bambino, ché l’ora è tarda già
nascondi in fondo al cuore la tua diversità
che il lupo cattivo vegli su di te
insieme a tutti gli animali, che son tali e quali a te.
nella periferia si svegliano i plebei
che un tempo erano forti e curiosi come noi
invece adesso son figli soltanto della pubblicità.

martedì 26 febbraio 2013

nicolò carnesi - ho poca fantasia (2013)

nicolò carnesi, considerato una delle giovani promesse del cantautorato italiano, dopo aver pubblicato un singolo su vinile e un ep, ha debuttato circa un anno fa con gli eroi non escono il sabato, uno degli album più apprezzati del 2012. si avvia in questi giorni alla conclusione di un tour che lo ha portato a suonare più di 100 concerti e pubblica il secondo singolo ho poca fantasia, tratto dal disco d’esordio, oggi già alla terza ristampa. 

le sonorità elettroacustiche, accompagnate dalla voce con un timbro particolare e davvero gradevole, rappresentano un perfetto punto d'incontro fra la tradizione cantautorale italiana e il british pop anni ottanta. formidabile osservatore della realtà, nicolò, con questo video, diretto da manuela di pisa, ironizza su quattro personaggi che, in crisi creativa, cercano una via di fuga.
con pungente ironia pone anche l'accento sul fatto che molto spesso gli artisti, soprattutto quelli emergenti, vengano brutalmente etichettati entro limiti comparativi piuttosto restrittivi.



ho poca fantasia 

(nicolò carnesi) 

hai poca fantasia 
lo sai non è da te 
non bastano le stelle 
per scrivere poesie 
poi distruggimi 
con le tue frasi a tema 
trasportami con te 
fuori dal sistema 
solare, balneare, sociale, 
creativo, creativo, normale 
è un algoritmo lineare 
signore mi porta un caffè? 
ho poca fantasia 
lo so non è da me 
non bastano i problemi 
per scrivere canzoni 
allora aiutami 
con le tue frasi fatte 
scrivi insieme a me 
parole solari, 
balneari, sociali, 
creative, reattive, d'amore 
pop elettro bar 
è un'algoritmo lineare 
signore mi porta un caffè? 
etichettami anche tu...

lunedì 25 febbraio 2013

amari - aspettare aspetterò (2013)

gli amari sono un gruppo indie pop, nato nel 1997 in provincia di udine, fondati da dariella e pasta durante la seconda ondata hip hop italiana, ai quali si aggiungerà cero nel 1999. cambieranno rotta più volte, mescolando il pop con il rock, il folk, l'elettronica ed il rap, fino ad arrivare al settimo album, kilometri, pubblicato a gennaio 2013.

il disco rappresenta la svolta temporaneamente seria, cantautorale e minimale degli amari: nove tracce all'insegna della riflessione intelligente sul pop italiano. costruito su musiche asciutte, scarne, quasi trasparenti, tutte al servizio della voce. storie reali, concrete, per lo più malinconiche di chi i vent’anni li ha superati ormai da un bel po’, e che ha già sbattuto il muso diverse volte sui muri che la vita ti piazza davanti. e che continua a non avere tempo, mai.
il secondo singolo tratto da kilometri è aspettare aspetterò. è un pezzo sull’attesa, parla di quanto in realtà passiamo la nostra vita più ad aspettare qualcuno o qualcosa, che a farlo realmente.
fin dalle prime immagini del video, diretto da marco mucig in una milano piovosa, si arriva a capire che il protagonista dolce e malinconico di questo brano è un venditore ambulante di rose. un tema difficile che la band riesce ad affrontare con delicatezza e senza retorica giocando ancora una volta sul fattore tempo che, in apparenza potrebbe acquisire un valore minore rispetto a quello dei possibili clienti ma, in realtà, si rivela più importante.


aspettare aspetterò
aspetto l'alba per partire, stare svegli è più facile che andare a dormire
aspetto che smetta di piovere, aspetto che smetta di piovere.
aspetto mi vengano a prendere, uno squillo è il segnale per scendere,
aspetto che smetta di piovere, aspetto che smetta di piovere.
aspetto che arrivi l'ispirazione, che cada dritta in testa come da un piccione,
aspetto che mi guardi, aspetto che mi chiami, aspetto che mi paghi, aspetto le tue mani.
aspettare aspetterò, io non ho niente da fare.
aspettare aspetterò, tutta la vita a cercare.
aspettare aspetterò, tutti fermi a guardare.
aspettare aspetterò.
aspetto di riaccendere il motore, ho un inverno per pensare se potrà ripartire,
aspetto che smetta di piovere, aspetto che smetta di piovere.
aspetto che il serpente si morda la coda, la stessa in cui sono fermo da più di un'ora,
aspetto che mi guardi, aspetto che mi chiami, aspetto che mi paghi, aspetto le tue mani.
capire se il mio tempo ha lo stesso valore del tuo,
ti sembra assurdo che io debba mangiare, ti sembra assurdo che io debba mangiare.
aspettare aspetterò, io non ho niente da fare.
aspettare aspetterò, tutta la vita a cercare.
aspettare aspetterò, tutti fermi a guardare.
aspettare aspetterò.

sabato 23 febbraio 2013

calibro 35 feat. roberto dell'era - l'appuntamento (2008)

nel 1970 ornella vanoni canta forse la sua canzone più famosa, l’appuntamento, scritta da erasmo e roberto carlos (titolo originale sentad a beira do caminho), con testo di bruno lauzi. ottiene così il suo maggiore successo commerciale, conquistando la prima posizione in hit parade, dove rimarrà per molti mesi vendendo 600.000 copie. con questo brano vincerà la gondola d'oro alla mostra internazionale di musica leggera di venezia. nel 1973 il brano viene inserito nella colonna sonora del film noir “tony arzenta – big guns” di duccio tessari.


non ci potrebbe essere aggancio migliore con i calibro 35, gruppo funky jazz alternative, formato da 5 grandissimi artisti la cui musica, fin dagli inizi, si ispira alle colonne sonore dei film poliziotteschi degli anni '70. nel 2008 viene pubblicato il loro primo, omonimo disco, che li vede così reinterpretare l'appuntamento in perfetto stile sixties con la voce di roberto dell'era, che sempre diverte divertendosi. suoni che, nella loro perfezione vintage, permettono alla band di dare al brano quella freschezza che lo rende, sin dal primo ascolto, del tutto attuale. 
il video, in puro stile calibro 35, è stato realizzato utilizzando scene tratte dal film originale di tessari, che vede protagonista un giovane ed accattivante alain delon.
l'appuntamento
(bruno lauzi/erasmo carlos/roberto carlos)

ho sbagliato tante volte ormai che lo so già
che oggi quasi certamente
sto sbagliando su di te ma una volta in più
che cosa può cambiare nella vita mia...
accettare questo strano appuntamento
è stata una pazzia!
sono triste tra la gente
che mi sta passando accanto
ma la nostalgia di rivedere te
è forte più del pianto:
questo sole accende sul mio volto
un segno di speranza.
sto aspettando quando ad un tratto
ti vedrò spuntare in lontananza!
amore, fai presto, io non resisto...
se tu non arrivi non esisto
non esisto, non esisto...
e cambiato il tempo e sta piovendo
ma resto ad aspettare
non m'importa cosa il mondo può pensare
io non me ne voglio andare.
io mi guardo dentro e mi domando
ma non sento niente;
sono solo un resto di speranza
perduta tra la gente.
amore è già tardi e non resisto...
se tu non arrivi non esisto
non esisto, non esisto...
luci, macchine, vetrine, strade
tutto quanto si confonde nella mente
la mia ombra si è stancata di seguirmi
il giorno muore lentamente.
non mi resta che tornare a casa mia
alla mia triste vita
questa vita che volevo dare a te
l' hai sbriciolata tra le dita.
amore perdono ma non resisto...
adesso per sempre non esisto
non esisto, non esisto...

venerdì 22 febbraio 2013

atom for peace - amok (2013)

il 25 febbraio uscirà amok, l’album degli atom for peace, il progetto parallelo di thom yorke che, per la prima volta, si trova a pubblicare un disco con una band differente dai radiohead.
gli atoms for peace nascono nel 2009, tre anni dopo l’uscita di the eraser, disco solista di yorke, prendendo il nome proprio da una traccia di quell'album. il leader dei radiohead, in quel periodo, raduna attorno a sé alcuni amici come flea dei red hot chili peppers, lo storico produttore nigel godrich, il batterista joey waronker (già con beck) e il percussionista brasiliano mauro refosco (che ha collaborato recentemente con i red hot chili peppers). lo scopo di questa nuova band era di poter suonare dal vivo le canzoni elettroniche di “the eraser”. l’energia scaturita trasformando la musica da elettronica a live ha invogliato yorke, tra un concerto e un tour dei radiohead, a continuare a farlo per alcuni giorni in studio. E' diventando così un progetto a lungo termine. il nuovo singolo estratto è judge jury and executioner per il quale è stata ideata anche una versione in vinile 12″, disponibile dal 12 marzo, che prevede l’inserimento dell’esclusivo (e altrettanto inedito) b-side s.a.d.. il video è opera di tarik barri, un giovane artista olandese, programmatore, specializzato in installazioni audiovisive.


judge jury and executioner
don't worry, baby
it goes right through me
i'like the wind and my anger will disperse
thin persecutors
your twisted whispers
a horned reptile that is crawled upon the earth
i went for my usual walk
just tell it like it is
tell it like it was
judge and jury, executioner
judge and jury, executioner
judge and jury
when darkness follows
and no tomorrows
it's all been decided
all spies deceptive
all bouncing voices down the echo chamber
don't worry, baby
it goes right through me
i went for my usual walk
i went around the block
i just can't talk or reason with my executioner
judge and jury, executioner
judge and jury
been wasting trails
you talk in layers
i went for my usual walk
don't worry, laugh about
just can't talk or reason with my executioner
judge and jury, executioner
judge and jury
don't worry, baby
it goes right through me
i'm like the wind and my anger will disperse


la grande carica sperimentale elettronica che accompagna yorke, la possiamo ritrovare anche nell’esclusivo dazed digital mix, realizzato per il magazine inglese dazed & confused: una traccia lunga circa 25 minuti, realizzata insieme a nigel godrich, che remixa brani inediti composti dal solitario thom e da brani di radiohead, liars e atoms for peace.


giovedì 21 febbraio 2013

offlaga disco pax - respinti all'uscio (2013)

respinti all'uscio è il nuovo video e il nuovo singolo degli offlaga disco pax, tratto dal loro terzo album gioco di società. il testo è di max collini e racconta dello storico concerto dei police a reggio emilia il 3 Aprile 1980, visto dagli occhi incantati di un tredicenne. la serata terminò con molotov e scontri tra forze dell'ordine e molte tra le numerose persone accorse per l'evento. la regia è di enrico fontanelli e le immagini di repertorio sono tratte dall'archivio di telereggio.


respinti all'uscio
il mio compagno di banco adesso ha lo stereo e lo spara a un volume importante per dei cinni delle medie, i vicini si lamentano ma noi abbiamo le spillette di woodstock, il passero e in qualche modo ci sentiamo già più grandi dedicando, attraverso radio condor, canzoni d'amore tremendamente inopportune a due amichette dagli ormoni sviluppati. tra qualche giorno i police suoneranno di fronte la nostra scuola. i manifesti con la data sono ovunque. 3 aprile 1980. questa storia per molti anni stabilisce che al chiuso qui non suona più nessuno. le vie di accesso al luogo dell'evento sono messe a ferro e fuoco e gli stessi poliziotti tutti quanti resteranno impressionati dai tumulti provocati al palasport dai troppi convenuti rispetto alla capienza. ma noi siamo solo dei futuri adolescenti non sappiamo niente di cosa succede dentro e fuori un posto a 50 metri dalle nostre noiose mattinate. sappiamo solo che noi al concerto non potremo mai andare. a 13 anni da queste parti ancora non si usa e poi costa molti più soldi di quanti potremmo mai averne. la mattina dopo impariamo dal giornale radio nazionale che reggio emilia è stata saccheggiata da onde di autoriduttori furibondi perché respinti all'uscio senza tanti complimenti. e allora ci dispiace più del giusto essere andati a letto anche stavolta come sempre. corriamo a vedere con ritardo prudentissimo le scritte sui muri, le vetrine sfondate, i segni delle molotov proprio lì dove ci fanno andare tutti i giorni. i police hanno davvero suonato in via guasco. e noi scopriamo che la città è diversa da come l'avevamo immaginata fino a ieri. questa città inutilmente bella. questa città zitella.

















 

mercoledì 20 febbraio 2013

musica nuda - qui tra poco pioverà (2013)

petra magoni e ferruccio spinetti hanno iniziato a suonare insieme quasi per gioco, circa dieci anni fa. la scelta di una formula essenziale, come quella fatta esclusivamente di contrabbasso e voce è una sfida che il duo musica nuda si è autoimposta all'inizio e il successo di critica e pubblico gli ha dato ragione, in italia e all'estero, soprattutto in francia. il nuovo album, banda larga, pubblicato per la prestigiosa etichetta blue note a fine gennaio per celebrare questo traguardo, abbandona temporaneamente questa formula collaudata per avvalersi dell’apporto dell'orchestra delle marche e di una manciata di ospiti illustri, esplorando le loro potenzialità all'insegna della contaminazione e della ricerca. daniele di gregorio, polistrumentista che collabora da molti anni con paolo conte si è occupato degli arrangiamenti.
poco da aggiungere a quello che si conosce già del talento di magoni e spinetti. virtuoso inafferrabile lui, con quello swing sempre sulla punta delle dita, impeccabile la voce di lei (che canta anche in inglese, francese e portoghese) nei numerosi registri che tocca, cavalcando le 20 tracce (tra cui 5 interludi strumentali).



 "l'idea principale era quella di festeggiare i nostri 10 anni assieme. quindi, come quando si va ad una festa ci si mette il vestito bello, noi lo abbiamo messo alla nostra musica, registrando con una orchestra. effettivamente qui la musica nuda non c'è, ma questo non significa che abbiamo preso un altra strada. dal prossimo cd tornerà ad essere nuda. è stato davvero uno sforzo fare questo disco: come indole noi non trattiamo temi sociali, speriamo che sia questa la testimonianza vivente del nostro impegno: non abbiamo però abbastanza forze di girare in tour con un'orchestra. se ce ne sarà una su piazza disponibile suoneremo con loro per fare un tour fedele al disco, altrimenti saremo in trio con daniele o, come al solito, in duo. com'è sempre stato, rispoglieremo la musica. quindi faremo le cover di noi stessi"! (petra magoni).
ecco un assaggio in cui voce e strumenti si fondono alla perfezione con qui tra poco pioverà. il testo è di gino de crescenzo (pacifico) e le immagini sono tratte da una live session.


«in questo testo, pacifico ci ha ritratto alla perfezione. i lunghi viaggi in macchina, le code, le valigie, i miei figli lontani - dice petra -. ora però abbiamo raggiunto il giusto equilibrio, proprio come piace a me: fare la musica che vogliamo e avere i teatri pieni, ma anche goderci gli affetti di una vita normale»



qui tra poco pioverà
(de crescenzo/magoni/spinetti)

vedo
palazzi
balconi coi fiori
lenzuola
si gonfiano nell'aria
guarda dove andare,
ho una borsa da portare
e pesa sempre di più
parlami se no mi viene sonno
ti è rimasta un'aspirina
qualcosa da mangiare?
tieni dritta la cartina,
resta solamente una montagna
e dopo il mare
gronda questa notte,
umida
cinque di mattina che si fa?
annuso l'aria e sai la novità:
che qui tra poco pioverà
pioviggina già,
che fresco che fa'
semaforo:
gira di là
giorni
di viaggio
avanti,
coraggio
di corsa, veloci via si va
gira la moneta
punta sulla ruota
fai la prova,
vada come va
guarda quella casa abbandonata sono quasi
addormentata nonostante il guaranà
guarda com'è storta l'autostrada lunga, nera, piena di
autogrill
gente che si agita gesticola si bacia si racconta una
bugia
ma qui la coda non si muove più..
dai dammi il cambio, guida tu
resta indietro la città
e si sposta la realtà
come un sogno che si fa
e non si capirà
la stagione cambierà,
la salita scenderà,
se domandi che sarà
nessuno che lo sa
svolte
divieti
tornanti
vigneti
paludi
segnali
una coppia
di cani
le chiese
le croci
esitare
agli incroci
col buio col freddo
si và
tuoni
folate
panchine
innevate
tempeste
gelate
campagne
bruciate
binari
fanali
barconi
stazioni
di fretta di corsa
si và
fermati se trovi un benzinaio,
vieni a fare quattro passi pure tu
il pieno di gasolio quanto fa:
dividiamolo a metà
siiiii,
le macchine
fari abbaglianti corrono incontro
portami via di qua

parto,
se viaggio
non penso a tornare
mi volto,
mi voglio allontanare
penso
ai miei figli,
stropiccio le foto
sorrido, li devo richiamare
ti seguo, le valigie sottobraccio,
poche cose di valore e un filo di malinconia
e so per certo quello che sarà:
qui tra poco pioverà
questa notte pioverà
soffia gira il vento
soffia cambia il tempo
soffia gira il vento
soffia e se ne va
giorni di viaggio
avanti coraggio
di corsa di fretta si va
guarda fuori piove già.

martedì 19 febbraio 2013

vadoinmessico - in spain (2012)

i vadoinmessico sono un gruppo cosmopolita: giorgio (italiano) e salvador (messicano) si incontrano nel 2006, frequentano la stessa scuola musicale dalle parti di london bridge e fondano la band, alla quale si uniscono poi stefan (austriaco), alessandro (italiano), e il batterista inglese joe. risiedono tutti a Londra e sono accomunati dalla passione per il folk psichedelico. a marzo 2012 hanno pubblicato il disco di esordio , intitolato archaeology of the future, che riflette le diverse origini culturali e il loro status di migranti in Inghilterra. i brani scritti da giorgio affrontano i temi della nostalgia di terre lontane ed amori perduti. per la registrazione e la produzione del disco, i Vadoinmessico si sono avvalsi della supervisione di craig silvey, già collaboratore di arcade fire e portishead.


 

la loro è musica esotica, avvolta in un indie pop creativo e psichedelico e accompagnata da un mix eterogeneo di strumenti provenienti da tutto il mondo. è facile individuare richiami ai vampire weekend, ma questi ragazzi sviluppano facilmente una propria identità. con le loro melodie brillanti trasmettono immediatezza e allo stesso tempo una grande energia comunicativa. 
giorgio poti ci spiega le origini di questo nome che da subito richiama alla mente l'idea giocosa del viaggio: 
una sera, prima di trasferirci a londra, alessandro ed io, tornando da un concerto verso casa, incrociammo un autobus dell’atac che viaggiava in direzione opposta alla nostra. nel pannello frontale compariva la scritta con destinazione vadoinmessico. da subito questa diventò per me una di quelle parole che si sceglierebbero come password, o con cui si imbratterebbe il bloc-notes di fianco al telefono. così ci chiamai il mio canale youtube, che utilizzai per mandare a salvador il video che avevamo fatto durante la nostra prima prova. 
la canzone era in spain, e il gruppo, ormai, vadoinmessico.
il video di in spain è di rafael bonilla jr.






in spain
come with me down by the sea,
my fast machine will drive you back here
i don't know how to say that i lied
i can love you more than anyone did
i cannot believe that you're my friend's gift
to me you should just walk this way, says the lady with scratches on her face and a glove
and show me dear where you keep your sin in a leather case, in your memory or in spain
sun was light in spain those days
she took me there to handle her weight
now i can see blue trees in front of me while she's drowning scratches on my naked skin with her nails
i'm gonna lead you to the underground, gonna leave you there without any sound from your mouth
look at me as I disappear..

lunedì 18 febbraio 2013

guano padano - praire fire (2012)

il guano è un potente concime costituito dagli escrementi degli uccelli marini. probabilmente alessandro “asso” stefana (chitarra, banjo), zeno de rossi (batteria, fischio) e danilo gallo (basso, organo) nello scegliere per il proprio progetto questo nome, oltre alla provenienza geografica, hanno anche pensato alla forte componente organica che li anima. attingere e dare nuova vita a un materiale sonoro che mostra un profondo legame con la terra e il territorio, un deciso radicamento popolare, utilizzando il talento unito alla cura amorevole e artigianale per il dettaglio. la collaborazione tra asso e zeno nasce all’interno della band di vinicio capossela, di cui fanno parte da anni in qualità di chitarrista e batterista. a loro si unisce il bassista danilo gallo che con zeno condivide le avventure sonore de el gallo rojo, collettivo/etichetta jazz poco accademica. 



nel marzo 2012 è stata pubblicata la nuova avventura discografica dei guano padano: “2. Il trio aveva già conquistato la critica internazionale con il disco di debutto omonimo. con il secondo album, ha amplificato ulteriormente la componente cinematografica che lo caratterizza. i tre musicisti dettano i tempi di questa pellicola immaginaria, diventando una perfetta colonna sonora per uno spaghetti western. 
nel primo singolo estratto praire fire, tra sirene e rumori sinistri, le chitarre preparano il campo alla performance di un prestigioso ospite vocale: il leggendario mike patton. la regia del video è affidata a graziano staino.


domenica 17 febbraio 2013

mike patton's mondo cane - storia d'amore (2008)

mikepatton è un cantante, musicista e compositore americano, noto soprattutto come leader dei faith no more. ha cantato e canta tuttora in altri gruppi come mr. bungle, fantômas, tomahawk e peeping tom.
ha collaborato inoltre con tantissimi artisti in studio e dal vivo ed è una delle più grandi voci maschili al mondo, per versatilità e qualità esecutiva. dal 2007 ha portato in scena mondo cane, 22 cover di canzoni italiane degli anni ’50 e ’60, in un tour mondiale con una grande orchestra durato oltre due anni, al termine del quale ha prodotto un disco (contenente solo 11 di questi brani) con takes registrate dal vivo proprio nel 2008 e rielaborate successivamente in studio.


patton con questo progetto ha come chiaro obiettivo quello di far conoscere la canzone italiana, lui stesso è infatti da sempre legato al nostro paese e non ha mai nascosto la sua passione per la nostra musica dei tempi passati. nel 1994 ha sposato l'italiana titi zuccatosta, dalla quale ha poi divorziato nel 2001. ha vissuto alcuni anni a bologna e parla un italiano praticamente perfetto.
 «mi interessava solo passeggiare su una corda tesa tra il rifare quelle canzoni a modo mio e il rispetto per il materiale originale» (mike patton)
il video è tratto dall’esibizione con the metropole orchestra all’holland festival di amsterdam il 12 giugno 2008 (feat. roy pacy e alessandro"asso" stefana)
storia d’amore, scritta da adriano celentano con miki del prete e luciano beretta, venne portata al successo dallo stesso “molleggiato” nel 1969, restando per 4 mesi nella top ten della classifica di vendita dei 45 giri. 

storia d'amore
tu non sai 
cosa ho fatto quel giorno 
quando io la incontrai 
in spiaggia ho fatto il pagliaccio 
per mettermi in mostra agli occhi di lei 
che scherzava con tutti i ragazzi 
all'infuori di me. 
perché, perché, perché, perché, 
io le piacevo. 
lei mi amava, mi odiava, 
mi amava, mi odiava, 
era contro di me, 
io non ero ancora il suo ragazzo 
e già soffriva per me 
e per farmi ingelosire 
quella notte lungo il mare 
è venuta con te. 
ora tu vieni a chiedere a me 
tua moglie dov'è. 
Dovevi immaginarti 
che un giorno o l'altro 
sarebbe andata via da te. 
l'hai sposata sapendo che lei, 
sapendo che lei 
moriva per me 
coi tuoi soldi 
hai comprato il suo corpo 
non certo il suo cuor. 
lei mi amava, mi odiava, 
mi amava, mi odiava, 
era contro di me, io non ero 
ancora il suo ragazzo 
e già soffriva per me 
e per farmi ingelosire 
quella notte lungo il mare 
è venuta con te. 
un giorno io vidi lei 
entrar nella mia stanza 
mi guardava, 
silenziosa, 
aspettava un sì da me. 
dal letto io mi alzai 
e tutta la guardai 
sembrava un angelo. 
mi stringeva sul suo corpo, 
mi donava la sua bocca, 
mi diceva sono tua 
ma di pietra io restai. 
Io la amavo, la odiavo, 
la amavo, la odiavo, 
ero contro di lei, 
se non ero stato il suo ragazzo 
era colpa di lei. 
e uno schiaffo all'improvviso 
le mollai sul suo bel viso 
rimandandola da te. 
a letto ritornai 
piangendo la sognai 
sembrava un angelo. 
mi stringeva sul suo corpo 
mi donava la sua bocca 
mi diceva sono tua 
e nel sogno la baciai. 


giovedì 14 febbraio 2013

bachi da pietra - fessura (2013)

i bachi da pietra sono un gruppo rock blues piemontese, formatosi nel 2004, composto da giovanni succi (ex madrigali magri alla voce, chitarra e basso) e bruno dorella (ideatore e membro dei ronin e degli ovo, alla batteria minimale). ciò che li caratterizza è, da sempre, un suono vivido, ruvido e profondo, ottenuto anche grazie all’utilizzo di tecniche di registrazione rigorosamente analogiche.

ad inizio 2013 è stato pubblicato il loro quinto album, quintale, con l’importante apporto di giulio favero (one dimensional man, teatro degli orrori) che ha curato la produzione mixando e tagliando rigorosamente su nastro, senza interferenze digitali. è stato definito il disco “hard rock” dei bachi da pietra, per il materiale incandescente dal quale trae origine, con strumenti ancora una volta ai minimi termini, suoni taglienti, dirompenti, spesso saturi. l’energia che vi fuoriesce è potente e liberatoria, fino a diventare lisergica ed abrasiva. una volta di più volta rock e blues fossile, scarnificato e possente. le liriche sono epiche e sinistre, sarcastiche e corrosive, fino a diventare pugni nello stomaco per l’ascoltatore.
fessura, il loro nuovo singolo, è arricchito dalla chitarra di giulio favero. il video è firmato dall'artista argentina natalia saurin e rappresenta, come lei stessa racconta “una sorta di preghiera rivolta a sé stessi, una ossessiva richiesta di luce e aria nel proprio mondo chiuso, di rottura degli schemi che ciascuno si impone per scelta o per semplificarsi l'esistenza. ho immaginato i bachi da pietra in un luogo cupo ma allo stesso tempo bello, l'acquario, dove l'acqua - elemento di vita - rischia di diventare priva di ossigeno. tutto il video è un rimando alla fessura e allo sguardo, il tutto converge verso un'apertura simbolica che è il mare".
fessura
(giovanni succi)

fammi fesso, fesso come fessura, lascia entrar frescura in questa testa dura e chiusa.
 lascia entrar frescura in questa stanza chiusa e buia. fammi fesso fessura, lascia un’apertura.
 fammi fesso, fesso come fessura, fesso di natura, tutto scorre e muta.
fammi fesso, me lo dico allo specchio, dammi quello che merito non quello che cerco, anche senza riconoscimento esterno, fa che io riconosca me stesso e salvami la sete del meglio, per quello che non colgo al primo ascolto concedimi un secondo, concedimi una svista, una seconda vista, una seconda vita, una via d’uscita.
fammi fesso fessura. tutto scorre e muta.
fammi fesso: me lo dico allo specchio, cambia codice d’accesso del mondo a me stesso, dammi di meno, di meno più intenso, salvami da quel che già so e che già penso e dal colore che vesto, da chi mi fotocopia identico a me stesso salvami con nome diverso. salvami con nome… salvati coglione, salvati tu.
fammi fesso, fesso come fessura, lascia entrar frescura in questa testa dura e chiusa.
 fammi fesso, fesso come fessura, lascia entrar frescura in questa stanza chiusa e buia.
 te lo dico ancora.

 fammi fesso fessura. tutto scorre e muta.
 fammi fesso natura. né speranza né paura.


mercoledì 13 febbraio 2013

paolo saporiti - the time is gone (2013)


paolo saporiti è un autore milanese che, nella sua musica, unisce cantautorato folk e una gran voglia di sperimentazione. l'ultimo ricatto è il suo quarto album, uscito nel settembre 2012 per orange home records, prodotto dallo steso saporiti e da raffaele abbate. si tratta di un disco folk, arrangiato dal grande dissidente dei suoni xabier iriondo, che gli conferisce un taglio assolutamente innovativo, arricchendo la scrittura meditativa ed altamente emozionale di saporiti. la voce profonda e graffiante s’interseca perfettamente con le melodie ricercate tra gli arpeggi della sua chitarra acustica.
the time is gone è il secondo video tratto dal disco, diretto da mattia costa. parole sussurrate, corde pizzicate e un sax alto, quello di stefano ferrian, che, a tratti, incendia un racconto proposto da paolo in modo così intimo da sembrare, per chi lo ascolta, un piccolo concerto privato a porte chiuse…

the time is gone
the consequence of what i've done
has not been unknown
the consequence of what i did
has not been unclear
has not been unclear
i hope you give me something
but something's wrong
i hope you give me something
but something's done
i hope you give me something
but the time is gone...
the consequence of what i did
is letting you know that i'm not the one
the consequence of what i feel
is making me real, is making me real
you try to give me something
but something wrong
you try to give me something
but not enough
you try to give me something
but the time is gone
the time is gone, the time is gone...











giovedì 7 febbraio 2013

niccolò fabi - lontano da me (2013)

ad oltre tre mesi dall’uscita di ecco, settimo album di niccolò fabi, è stato diffuso un nuovo video, per il secondo singolo, lontano da me. il brano, con le sue sonorità folk e corali trasuda spontaneità. niccolò continua a regalarci parole come gioielli che sanno di semplicità e precisione chirurgica nel descrivere il proprio io e quello di chiunque ascolti con attenzione. 
la canzone parla di leggerezza, quella che si raggiunge quando si decide di prendere una pausa da se stessi, buttandosi in un’avventura o anche solo in una vacanza, magari decisa all’ultimo minuto o all’improvviso, nell’istante in cui, alla guida, ci si rende conto di avere il pieno di benzina e che l’autostrada è così incredibilmente vicina. allora “si parte per dimenticare o per cercare un lungomare, per avere un’altra vita e per poter ricominciare”. il testo racconta di viaggi, fisici e interiori, di quanto sia importante allontanarsi dalla routine, dai luoghi familiari, per ritrovarsi e capirsi profondamente (“allontanarsi è conoscersi”). solo la distanza permette di ridimensionare tutte quelle cose che da vicino appaiono enormi (“perché alla giusta distanza la vista migliora”), facendoci acquisire una consapevole leggerezza (“io sto bene quando sto lontano da me”) che ci consente una visione nitida delle nostre fragilità e debolezze. ci invita ad accoglierle, per provare, con serenità, a cambiare. 
il video ne rappresenta l’essenza, uno sguardo riassuntivo dell’esperienza di un gruppo di amici, del lavoro e del divertimento, della complicità che solo la musica può creare e che traspare nitidamente nelle immagini rubate dal video maker andrea cocchi.



lontano da me
a volte basta un’autostrada avere un pieno di benzina
vedere un angelo di schiena
e un traghetto che è in partenza per un’isola siciliana
si parte per dimenticare o per cercare un lungomare
per avere un’altra vita per e per poter ricominciare
io sto bene quando sto lontano da me
io sto bene quando sto lontano da me
io sto bene quando sto lontano da me
lontano da me
lontano da me
dove nessuno sa chi sono e dove niente mi riguarda
dove l’ignoto ha il suo profumo
io vado incontro al mio destino seduto accanto a un finestrino
e con in tasca un passaporto e all’orizzonte un nuovo viaggio
con quella libertà speciale che ha solo l’uomo di passaggio
io sto bene quando sto lontano da me
io sto bene quando sto lontano da me
io sto bene quando sto lontano da me
lontano da me
in un caffè di Provenza intravidi una strada
e in un mercato in Turchia mi accorsi che era la mia
perchè alla giusta distanza la vista migliora
allontanarsi è conoscersi
io sto bene quando sto lontano da me
io sto bene quando sto lontano da me
io sto bene quando sto lontano da me


steve cutts - man (cortometraggio, 2012)


man è un cortometraggio di steve cutts, artista freelance londinese specializzato in illustrazioni animate.
l'autore ci propone un fumetto in cui si sviluppa l'amara parodia del genere umano, intento ad autodistruggersi. la colonna sonora è in the hall of the mountain king del compositore norvegese edvard grieg.
grazie ad una serie di metafore visive molto forti, cutts ci mostra il protagonista intento ad infrangere le delicate leggi dell'ecosistema, manipolando, adulterando, alterando, falsificando tutto ciò che gli capita per le mani e per i piedi, fino a quando non impugna un'arma e comincia ad uccidere gli animali per profitto. la corsa verso la morte di man continua mentre è impegnato a far sparire nel mare alcuni fusti contenenti scorie radioattive. getta poi una rete a strascico e pesca un'enorme quantità di pesce pieno di agenti inquinanti che finirà nello stomaco suo e di milioni di altri umani. il tutto prosegue in un escalation continua di eventi fino all'inevitabile, terribile, epilogo.
tutto ciò che steve cutts ci narra con le immagini si è verificato, molto probabilmente la nostra civiltà proseguirà in quella direzione. le attività del genere umano porteranno davvero all'autodistruzione del pianeta, a meno di rivedere il modo di trattare il suolo che ci ospita e dovrebbe essere il luogo più accogliente per coloro che verranno; a meno di smettere di considerare il profitto come il nostro unico scopo di vita; a meno di doverci svegliare, un giorno non lontano e scoprire che non resta più nulla da fare, tranne attendere la fine.
man è un cortometraggio di una crudezza estrema che deve la sua efficacia, oltre che alle immagini, anche alla scelta dei colori, tenui, sbiaditi, tendenti al grigio e al nero, con il bianco sullo sfondo che fa risaltare ancor di più la desolazione che si avverte tutt'intorno; solo un giallo a tratti acido, quando non verdastro, ci informa che stiamo assistendo alla triste metafora della nostra sorte imminente.