martedì 30 ottobre 2012

Edda odia i vivi? - il Capitano Cook incontra Stefano Rampoldi

Stefano “Edda” Rampoldi è stata la voce di uno dei gruppi rock italiani più importanti degli anni ’90: i Ritmo Tribale. Poi, all’apice del successo, la sua scomparsa. Il ritorno sulle scene avverrà dopo circa 12 anni, nel 2008, quasi in punta di piedi, per non disturbare. 
L'ho incontrato una domenica pomeriggio di ottobre, prima di un suo concerto al circolo Agorà di Cusano Milanino e mi sono fatto raccontare di lui e della sua musica, scoprendo una bellissima persona: vera, sensibile, senza filtri. Questo è quello che ci siamo detti in quella occasione…
Odio i vivi è un titolo molto provocatorio. Perché li odi? hai i tuoi motivi e te li tieni per te o puoi spiegarceli?
Il motivo è che l’esistenza a volte mi appare demoniaca. Sono sicuro che sulla terra ci sono tanti  momenti paradisiaci ma si vivono anche tanti momenti da inferno. Io odio quelli che, a volte, mi creano un inferno in cui vivere, quindi, odio i vivi… 

Come ti sei sentito a cantare di nuovo davanti al tuo pubblico, che, nonostante uno stop di 13 anni ha dimostrato di non averti dimenticato?
A sapere che il pubblico non mi dimenticava non me ne sarei mai andato.
Mi ha fatto piacere anche se, all’inizio, quando ho ripreso, l’ho fatto solo per me, senza aspettative, per una mia esigenza, per darmi un po’ di paradiso. Se poi anche gli altri mi seguono, mi fa piacere.


La musica adesso non è il tuo unico mestiere. In che modo riesci a conciliare le due attività (ndr. costruisce ponteggi)?
Il problema è che la musica mi crea sempre una situazione di benessere, anche se non sono il musicista che vorrei essere. Non so suonare, non so forse neanche cantare. Però adesso torno a casa la sera abbastanza abbattuto, demotivato.. mi metto lì, prendo la chitarra, suono e vedo che piano piano mi perdo dentro. È come un gioco, una cosa bella. Il problema è che quando ho fatto il disco mi sono licenziato proprio per dedicarmi solo a quello. Credo che sia stata una cosa giusta, però, una settimana prima dell’inizio delle registrazioni non volevo più farlo, ero entrato in paranoia, non mi sembrava assolutamente di aver fatto la scelta giusta. Ricordo che Fabrizio De Andrè, in un’intervista rilasciata tantissimi anni fa, disse: ”questo non può diventare un mestiere, se lo diventa è una cosa un po’ pesante”. La stessa cosa me l’ha detta Mauro Pagani quando sono andato a registrare il primo disco nel suo studio ed ho detto che non facevo questo di mestiere. Lui mi ha risposto:” meglio!”. Il giorno, con situazioni troppo pesanti e squilibrate, mi uccide. Un po’ me lo sono scelto, sto cercando di venirne fuori, ma quando hai un lavoro te lo tieni.
Cosa ti ha spinto o chi ti ha convinto a tornare a cantare e a scrivere canzoni?
Mi è successo molto casualmente grazie al chitarrista Andrea Rabuffetti, con cui ho fatto il primo disco “semper biot”. Eravamo amici, io suonavo con lui per il piacere di suonare, lui è molto bravo, ci trovavamo davvero bene. Lui mi ha detto che voleva mettere alcuni miei video su youtube. Io non sapevo nemmeno che esisteva perché sono rimasto fuori dal mondo per tanti, tanti anni. Nel giro di una settimana è arrivata la proposta dell’etichetta Niegazowana di fare un disco ed io ho accettato. Alla fine nasce tutto dal fatto che suonare è una cosa che mi fa star bene. Bisognerebbe solo suonare, non andare a lavorare e suonare. Non per un fine, per un disco, ma solo per il piacere di farlo. Ti alzi una mattina, ti metti a fare una nuotata, giri un po’ per il mondo, cammini e poi ti metti a suonare. Se si potesse fare così sarebbe meglio…

Com'è cambiato il tuo modo di fare e di concepire la musica dai ritmo tribale ad oggi?
io presentavo ai ritmo tribale delle canzoni e loro poi me le ”imbastivano“ nel giro di una prova. Portavo i pezzi, li suonavamo e arrangiavamo in sala.
Adesso la cosa è un po’ più astratta: il pezzo c’è però mi chiedo sempre che vestito mettergli. Il vestito è una cosa importante, me ne sto rendendo conto. Stavo ascoltando i Radiohead e notavo la loro linea canora. Se proviamo a tenere la melodia e togliamo tutto il resto potrebbe diventare, per assurdo, una canzone alla Cristina d’Avena. Non è che loro melodie siano così astruse, è l’arrangiamento che è di un raffinato veramente grande. Le canzoni di Cristina d’Avena sono melodiche e sarebbe bello vedere come le arrangerebbero i Radiohead.
Il tuo ultimo disco è sicuramente uno dei più interessanti del panorama italiano degli ultimi anni, tanto da portarti ad essere finalista del premio Tenco pochi giorni fa. Dev'essere una gran bella soddisfazione...
E’ già una soddisfazione, ma io avrei voluto vincere. Ho vinto una sola volta, al circo: mi hanno regalato un arco e una freccia. Adesso sarebbe stato il momento di tornare a vincere. Agli Afterhours non cambia niente e probabilmente nemmeno a me avrebbe cambiato niente, però…

Com'è nata la collaborazione con Manuela Falorni per il video di Odio i vivi?
E cazzo, qui parliamo di porno! Parliamo di una vera dimensione… E’ nata da un’idea di Fabio Capalbo, uno dei ragazzi della Niegazowana. E’ stata una bellissima idea perché lei è una persona molto interessante e in più è un’attrice porno…
Praticamente abbiamo fatto  un documentario, ed è venuta fuori una bellissima cosa secondo me.
I titoli delle tue canzoni, nell'ultimo album sono quasi tutti nomi di donne. Ce n’è una a cui sei particolarmente legato?
A parte Marika, che praticamente conosco come amica, tutte le altre sono state più o meno mie fidanzate e donne importanti per me. I testi sono tutti assolutamente autobiografici.

Ero al Teatro da Verme (di Milano) questa primavera e in quell'occasione hai riproposto una serie di brani di altri autori riarrangiati e rivisitati. Mi è sembrato molto interessante il fatto di riscrivere alcuni testi. Com'è nata questa idea?
Quella sera ho temuto la debacle perché io già non so suonare i miei pezzi, figurati mettermi a suonare quelli degli altri. Però c’era stata la richiesta di Enzo Gentile che conosco di fama da 35 anni, da quando ascoltavo radio popolare alle medie. Mi scocciava quindi dirgli di no anche se proprio giocavo fuori casa. E’ andata bene, non so come, anche grazie ad Alessandro Grazian che è un grande musicista. Sono contento, quella serata me la ricorderò per tutta la vita, più che altro per l’ansia.
Se per te dal pubblico è bello, dal palco, per me, è bello la metà, perché da lì si è sempre più perfezionisti. Se mi avessero detto: ”la serata è stata una cagata” l’avrei accettato, perché dal palco non si riesce ad avere la percezione giusta delle cose.


In una di queste rivisitazioni, dici stravolgendo il testo di Finardi di Sulla strada: "Cantando di gioia, la mia masturbazione" invece di "cantando di gioia e di rivoluzione". La musica è masturbazione per te?
Per me che non son capace si, perché ogni tanto mi perdo. Ho imparato a cantare perché la musica mi piaceva. Anche io volevo in qualche modo esprimermi con questo mezzo, poi, quando comincio a suonare, un pochino mi perdo. La storia della masturbazione è venuta fuori perché non riuscendo a ricordare i pezzi a memoria  ho imparato ad improvvisare, però l’effetto finale non è così male.
Nei tuoi progetti futuri c'è la possibilità di rivedere insieme i ritmo tribale?
Quando ci vediamo ci pensiamo sempre, però è difficile per il fatto che non sappiamo se sia giusto farlo. Noi eravamo anche una specie di tribù, vivevamo veramente in simbiosi, stavamo sempre insieme, eravamo amici, lavoravamo assieme. Per noi i ritmo tribale potevano essere una famiglia. Il fatto è che ci siamo persi di vista da almeno 15 anni. Ora non potremmo tornare la famiglia che eravamo prima, ognuno ha la sua vita, ha preso la sua strada. Questo non ci permetterebbe di tornare alla vecchia dimensione, la scelta sembrerebbe un po’ posticcia, quasi una forzatura, che renderebbe il tutto poco magico. Non possiamo più vivere la musica nel modo in cui eravamo abituati a viverla, perché per noi i ritmo tribale “erano quella cosa lì”, oggi mancano le condizioni oggettive e materiali. Sono sicuro però che, se stessimo di nuovo assieme un mese, automaticamente ne verrebbe fuori qualcosa. E’ la prima volta che dico questa cosa, non l’avevo pensata prima. Il nostro era un po’ un modo di vivere, forse questo è arrivato negli anni alla gente. Io ad un certo punto ho smesso perché non mi sentivo più all’altezza. Mi sono impegnato per 12-13 anni a fare questa cosa e non ho ottenuto niente. E’ stata una scelta che ho fatto io, per me, invece bisognava continuare ancora per altri 20 anni…

Hai una voce e un modo di cantare molto particolare, a tratti ricordi Demetrio Stratos. Ti ispiri effettivamente a qualcuno quando canti?
Io tento di fare con la voce quello che faceva Demetrio Stratos ma, al contrario: praticamente lo faccio in senso antiorario. La sua voce usata in quella maniera è stupenda, la mia sembra una cosa un po’ strana. Io ho cercato ed è venuto fuori questo ibrido che ricorda un po’ Demetrio Stratos. Di sicuro i dischi degli Area li ho ascoltati tanto, li ho apprezzati tanto, anche se non si direbbe visto come suono. Secondo me, in quel periodo, c’erano i Weather Report e gli Area: per i primi la fama era mondiale ma il valore degli Area, secondo me, era a livello forse anche superiore.
Hare Krishna cosa ha dato alla tua vita?
Me l’ha cambiata. A 20 anni, assolutamente inconsapevole e mai attratto nemmeno dallo yoga, una notte in cui ero molto drogato, sono stato folgorato da quello che gli Hare-Krishna trasmettevano alla radio. Così, piano piano, li ho conosciuti e dopo 30 anni gli sono ancora attaccato, nel bene e nel male. Il fatto di essere diventato vegetariano lo devo a loro e sempre li ringrazierò per avermi aperto gli occhi su questa piccola cosa che per me è molto importante. Per adesso è stata una scelta positiva, si vedrà poi alla fine…


[James Cook was here!]



*grazie a Starfooker per le foto.

articolo pubblicato su just kids Webzine #2




domenica 28 ottobre 2012

tre allegri ragazzi morti - la fine del giorno (canto n.3) (2012)




la fine del giorno (canto n.3) è la prima anticipazione del nuovo disco dei tre allegri ragazzi morti "nel giardino dei fantasmi", che uscirà ad inizio dicembre.
è una poesia afro-blues, con in evidenza chitarra ed echi dub. Una specie di mantra che scandisce le fasi del giorno che inizia e va a dormire. alla voce di davide toffolo risponde un coro, come nelle canzoni popolari tradizionali.
I disegni del video sono di davide toffolo, la grafica di alessandro baronciani, e l’animazione di valeria prosperi.

non puoi più fingere che sia così non dirmi che non l’hai ancora capito
anche il colore del cielo lo dice “si ricomincia da qui”
io sarò così all’inizio del giorno porterò con me quello che mi serve
non puoi più fingere che sia così non dirmi che non l’hai ancora capito
anche il colore del cielo lo dice “si ricomincia da qui”
io non salirò sulla giostra del talento lo condividerò lo spenderò per noi
e quando il mio cavallo avrà perso lo smalto, lo caricherò sulla schiena lo porterò da te
io sarò così alla fine del giorno dormirò con te, dormirò con te…


venerdì 26 ottobre 2012

matteo toni - bruce lee vs. kareem abdul-jabbar (2012)


la storia di matteo toni è ricca di esperienze. il suo ultimo capitolo inizia durante un lungo viaggio in Australia e una performance live di xavier rudd che innescherà la scintilla per il suo nuovo progetto solista. stringe amicizia con ermanno pasqualato, uno dei primi liutai italiani produttori di chitarre hawaiane, che gli costruisce un’acustica slide chiamata weissenborn, e dà vita al suo percorso solista. 
matteo continua a viaggiare per il mondo, dall'europa al centro america, da bali ai carabi, collezionando esperienze che racchiuderà anche nelle sue canzoni che raccontano storie sognanti, ai margini, rifugiandosi in luoghi e tempi naturali.
chitarre slide lap steel e weissenborn, insieme ai tamburi, sono il binomio dominante di "santa pace", primo album uscito da poco.
“bruce lee vs. kareem abdul-jabbar” è il primo singolo tratto da questo album. il video è diretto da roberto de vivo.

bruce lee, nato a san francisco nel 1940 e cresciuto ad hong kong (dove morirà nel 1973), è stato un attore, artista marziale, filosofo, regista, sceneggiatore e produttore. è indubbiamente l’attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo.kareem abdul-jabbar, nato a new york nel 1947, è un ex cestista e allenatore di pallacanestro statunitense, professionista nella nba. nel 1972 ha iniziato a girare "game of death" di bruce lee, mai finito per la morte prematura del protagonista; il film poi è stato rimontato con le scene già girate e successivamente inserite anche nel documentario del 2001 "bruce lee - la leggenda".

“attore estremo, bruce lee combatte con il gigante per eccellenza (l’allora famosissimo gancio cielo dei la lakers) nella sequenza di un film che non riuscì mai a terminare quando morì per cause ancora oggi non chiare. l’eterna lotta per l’esistenza in una scena grandiosa, come quella di un uomo che per sopravvivere deve attraversare a piedi un’autostrada terrificante, un combattimento immortale contro l’infernale macchina e contro l’uomo stesso. la canzone (come lo stesso video) sono ricchi di molteplici riferimenti, ma accomunati da un unico grande concetto: la sopravvivenza” (matteo toni)

"il videoclip è un omaggio ai film thriller anni 80, quelli più sregolati e illogici, ma pieni di inarrivabile e folle artisticitá. lucio fulci, e la sua abilità registica, vengono in questo caso citati come riferimento per mettere in scena un vero e proprio massacro di coscienza, la spettacolarizzazione del profondo Io desideroso di sangue." (roberto de vivo)


mercoledì 24 ottobre 2012

moro - silent revolution (2012)

massimiliano morini, in arte moro, ha pubblicato di recente silent revolution, dodici canzoni cui motivi conduttori sono l’amore e l’odio, ma anche la paura dell’invecchiamento e della morte. e poi una storia d’amore che finisce, la scomparsa di un amico e la consapevolezza che la prima persona della tua generazione se n’è andata per sempre. il tutto avvicinandosi alla grazia acustica dei primi wilco ed alle armonie delicate di elliott smith. moro ci guida in un viaggio nella coscienza dell’essere umano. la nostra…
la traccia che da il titolo al disco mette in ridicolo le false rivoluzioni dei nostri tempi. un brano dedicato a chi non sa dove schierarsi nella vita, cosa decidere o dove andare, un inno per tutti i ribelli da poltrona del mondo. possiamo ascoltare questo brano gustando anche le splendide immagini tratte dal corto di animazione old man of the mountain del 1933, in cui betty boop sfida l’uomo delle nevi… 

silent revolution
one at a time
that’s what lives should be like
name and place in line
and a title on a plate that no doubt’ll ever pry loose
but i can’t choose, i can’t even refuse, ‘cause i never know what i like
i’m not bright, not as good as i might, all my schedules are tight
and no plan is going to save me from
the last silent revolution that nobody wants to listen to
i know that it’s coming
just a silent revolution that i feel in all the things i do
i know that it’s coming
i need a good talking-to
straight down a line
that’s what thought should sound like
time and place are right
so why not wear words like a slogan on a t-shirt
but I’m not hurt, always try to shoot first, & i’ve never been through any war
i’m a bore, i can never be sure that whatever i say isn’t taken for the man i am
but the silent revolution i’m expecting like a traffic jam
i know that it’s coming
just a silent revolution that I never hope to understand
i know that it’s coming
i need a good talking-to

lunedì 22 ottobre 2012

veronica marchi - la passeggiata (2012)

veronica marchi è una cantautrice veronese, che esordisce nel 2005 con il disco omonimo. nel 2012 esce il suo terzo album, intitolato la guarigione.


il nuovo singolo di veronica marchi, la passeggiata, è delicato e leggero, ma anche pieno di colori ed energia, un equilibrio difficile ma perfettamente catturato dal regista sebastiano montresor.
una passeggiata per verona in compagnia dei suoi musicisti, quelli che la accompagnano da sempre dal vivo, che hanno partecipato all’ultimo lavoro in studio, e adesso sono con lei, anche in giro per la città: un senso di unità e appartenenza, seguendo l’adige ed addentrandosi nel centro storico, tra librerie, negozi di dischi e mercatini, il tutto in una bella giornata estiva…


la passeggiata
la sorpresa oggi è la mia musa
mi accompagna in questa passeggiata
qualche volta mi fa bene andare in giro senza meta
ogni cosa sembra colorata
da una mano ingenua e spensierata
mi guardo le punte dei piedi e rido di me
le scarpe sono scivoli
sui miei pensieri
e su questa citta
che stamattina sembra solo mia
farei pace con i miei nemici
i rancori rendono infelici
si riflette il mio profilo nelle strade
penso a te
mani in tasca incontro alle paure
vento tiepido di fine estate
ogni cosa è luminosa
niente mi spaventa veramente
questa strada è la mia casa
e non importa dove va
oggi rido di libertà
la gente che passa e non vade
a un metro da se
le suole sono amanti dei chilometri
ad ogni passo danzano d’amore
oggi e il giorno che
non penso a niente

sabato 20 ottobre 2012

erykah badu - window seat (2010)

il video di window seat, da lei stessa voluto e prodotto, è stato girato nella famosa dealey plaza di dallas, dove il 22 novembre del 1963 avvenne l'assassinio del presidente statunitense john fitzgerald kennedy. la cantante sfila davanti alla telecamera e improvvisa uno strip-tease che termina con una caduta, come se venisse colpita da un colpo di pistola. l'intento del progetto era quello di trasmettere un messaggio forte su come è facile uccidere, e più in generale odiare, ciò che non si conosce. a causa della intesa carica trasgressiva del video, la badu è stata multata di cinquecento dollari e condannata a sei mesi in libertà condizionata.
window seat è il primo estratto da new amerykah part two (return of the ankh), pubblicato il 5 febbraio 2010.

window seat
so, presently
i’m standing here right now
you’re so demanding
tell me what you want from me
concluding, concentrating
on my music, lover and my babies
makes me wanna ask the lady
for a ticket outta town
so can i get a window seat?
don’t want nobody next to me
i just want a ticket outta town
a look around and a safe touch down
window seat
don’t want nobody next to me
i just want a chance to fly
a chance to cry and a long bye-bye
but i need you to want me
need you to miss me
i need your attention
i need you next me
i need someone to clap for me
i need your direction
somebody say, come back
come back, baby, come back
i want you to need me
come back, come back, baby, come back
come back, come back, baby, come back
come back, come back, baby, come back
so, in my mind i’m tusslin’
back and forth ‘tween here and hustlin’
i don’t wanna time travel no more
i wanna be here, i’m thinking
on this porch i’m rockin’
back and forth like lightning hopkins
if anybody speak to Scotty
tell him, beam me up
so can i get a window seat?
don’t want nobody next to me
i just want a ticket outta town
a look around and a safe touch down
window seat
don’t want nobody next to me
i just want a chance to fly
a chance to cry and a long bye-bye
but i need you to miss me
need somebody come get me
i need your attention
need your energy, yes, i do
i need someone to clap for me
need your affection
somebody say, come back
come back, baby, come back
i want you to need me
come back, come back, baby, come back
come back, come back, baby, come back
come back, come back, baby, come back
but can I get a window seat?
don’t want nobody next to me
i just want a ticket outta town
a look around and a safe touch down
i just need a chance to fly
a chance to cry and a long bye-bye






un posto vicino al finestrino
così, attualmente
sono qui proprio ora
tu sei così esigente
dimmi cosa vuoi da me
in conclusione, concentrazione
sulla mia musica, il mio amante e i miei bambini
mi fa venir voglia di chiedere alla signorina
un biglietto per fuori città
perciò posso avere un posto vicino al finestrino?
non voglio nessuno vicino a me
voglio solo un biglietto per fuori città
uno sguardo intorno e un atterraggio sicuro
posto vicino al finestrino
non voglio nessuno vicino a me
voglio solo una possibilità di volare
una possibilità di piangere e un lungo addio
ma ho bisogno che tu mi desideri
ho bisogno che tu senta la mia mancanza
ho bisogno della tua attenzione
ho bisogno che tu sia al mio fianco
ho bisogno di qualcuno che mi applauda
ho bisogno della tua direzione
qualcuno che dica, ritorna
ritorna, piccola, ritorna
voglio che tu abbia bisogno di me
ritorna, ritorna, piccola, ritorna
ritorna, ritorna, piccola, ritorna
ritorna, ritorna, piccola, ritorna
perciò, nella mi mente mi sto azzuffando
avanti e indietro tra qui e il trambusto
non voglio più tempo per viaggiare
voglio stare qui, sto pensando
su questo portico, sto oscillando
avanti e indietro come lightning hopkins *
se qualcuno parlasse a Scotty
gli dica di farli brillare
perciò posso avere un posto vicino al finestrino?
non voglio nessuno vicino a me
voglio solo un biglietto per fuori città
uno sguardo intorno e un atterraggio sicuro
posto vicino al finestrino
non voglio nessuno vicino a me
voglio solo una possibilità di volare
una possibilità di piangere e un lungo addio
ma ho bisogno che tu senta la mia mancanza
ho bisogno che qualcuno venga a prendermi
ho bisogno della tua attenzione
ho bisogno della tua energia, si, è così
ho bisogno di qualcuno che mi applauda
ho bisogno del tuo affetto
qualcuno che dica, ritorna
ritorna, piccola, ritorna
voglio che tu abbia bisogno di me
ritorna, ritorna, piccola, ritorna
ritorna, ritorna, piccola, ritorna
ritorna, ritorna, piccola, ritorna
ma posso avere un posto vicino al finestrino?
non voglio nessuno vicino a me
voglio solo un biglietto per fuori città
uno sguardo intorno e un atterraggio sicuro
ho solo bisogno di una possibilità di volare
una possibilità di piangere e un lungo addio



*lightning hopkins è stato un cantante e chitarrista statunitense di musica blues

venerdì 19 ottobre 2012

amor fou - i 400 colpi (2012)

tratto dall’ultimo disco 100 giorni da oggi, i 400 colpi è il più recente videoclip degli amor fou.



un bianco e nero contemporaneo, e l’occhio di nuovo appuntito come lama a osservare un’adolescenza senza età. una gioventù assente eppure dilatata, tatuata e segnata dai crocefissi. senza sorrisi, nessun entusiasmo, e violentemente rassegnata, a scagliarsi contro il niente e le cose inanimate. il fare come unico obiettivo, non importa cosa, l’importante è farlo, ora e adesso.
la regia è del visionario sterven jonger ma poteva anche essere di gus van sant o di larry clark. con uno solenne alessandro raina a fare le sue apparizioni. Certo, un po’ di stereotipo tatuato c’è, con tanto di carrelli del supermercato, macchina rubata, vetri rotti. del resto, se è verità, così gli amor fou la fotografano.
"qual è la mia idea di giovinezza? ho trentacinque anni e mi sento in un momento di passaggio di vita strano in cui mi viene difficile rispondere. ovviamente non è solo una questione anagrafica, oggi i cinquantenni sono considerati di mezza età. la giovinezza attiene anche alla mente, alla curiosità di scoprire cose nuove..." (alessandro raina)






i 400 colpi
io non ho nessunissima paura di dire che non è
come raccontavano quando eravamo poco piuù
che primule non schiuse
perchè solo dentro a un indiviso gesto di cui noi siamo il fine
sopravviverà la forma delle troppe cose che ti toglierò
se non avrò un posto nella tua voce
se non avrò piu' aria nelle mie ali
e sarà semplicissimo e sarà normalissimo così
e sarà limpidissimo e sarò lontanissimo da qui
ti darò ogni singolo motivo
di dire che non c'è
un momento piu'perfetto
di quello in cui violiamo i nostri corpi vergini
perchè solo nella scelta di riconsegnarti
questo mio cuore
capirò completamente le sue conseguenze
e sarà semplicissimo
e sarà normalissimo così
e sarà limpidissimo
e sarò lontanissimo da qui
dove regnerà l'odore della tua voce
dove morirò nella bellezza delle tue mani
che non sono mai state veramente mie

giovedì 18 ottobre 2012

honeybird & the birdies - to the earth's core (2012)

honeybird & the birdies è un trio, ma suona come una piccola orchestra, che approccia infiniti generi musicali senza rientrare in nessuno. tre personaggi eccentrici come uccellini e dolci come il miele. partendo da una bislacca matrice di world music miscelano sonorità brasiliane, indie-rock, psichedelia tropicale e punk. 
los angeles, catania e torino sono le loro città di provenienza. charango, batteria e basso i loro strumenti principali. tutti cantano, tutti ballano. 
il nuovo album you should reproduce, cantato in inglese, italiano, dialetto catanese e tedesco, sarà pubblicato il 24 ottobre. conterrà canzoni di follia e gioia, riflessioni e separazioni, genocidi e unioni, pulizia e guarigione, immersioni sott'acqua fino al centro della terra, semini di prezzemolo, balli ancestrali e labirintiche teorie sulla "riproduzione". 
in to the earth's core gli honeybird & the birdies parlano di spazzatura, citando la teoria di halley della terra cava del 1692 secondo la quale la terra sarebbe cava al proprio interno e sotto la superficie terrestre vi sarebbero altre superfici concentriche che potrebbero essere abitate, o abitabili. Il brano termina con il mak yong, una danza ancestrale della malaysia vietata dal regime. E tutta la spazzatura sparisce. sparisce...


to the earth's core 
(music: f.camici / p.mirabella / m.mizrahi ; lyrics: m.mizrahi) 

TRASH OUT! 
LIXA FORA! 
TOUCH DOWN! 
welcome now to the earth's core 
far from los angeles i speculate 
searching high and low 
for the treasure, for my mind 
i think i see my kind 
it's my wallet i've found it i found my dear wallet 
it's my wallet i've found it i found my dear wallet 
RASH OUT! 
LIXA FORA! 
TOUCH DOWN! 
all of our trash dumped in the core, disappears 
crap profiteers going in too, to the core 
let the purification and healing begin, we feel light 
and we dance mak yong, legalize it! 
it's my wallet i've found it i found my dear wallet 
(you cannot make a dance illegal, no no no) 
it's my wallet I've found it i found my dear wallet 
melt away 
TRASH OUT! 
LIXA FORA! 
TA FODA! 
TO THE EARTH'S CORE 





al centro della Terra 
FUORI LA SPAZZATURA! 
LIXA FORA! 
TOUCH DOWN! 
benvenuto al centro della terra 
lontano da los angeles io speculo 
cercando in alto e in basso 
per il tesoro, per la mia mente 
mi sembra di vedere il mio genere 
è il mio portafoglio l'ho trovato,ho trovato il mio caro portafoglio 
FUORI LA SPAZZATURA! 
LIXA FORA! 
TOUCH DOWN! 
tutti i nostri rifiuti buttati nel centro della terra, scompaiono 
anche i profittatori di spazzatura vanno dentro il centro della terra 
lasciate che la purificazione e la guarigione incominciano, 
ci sentiamo leggeri
e balliamo mak yong, legalizzatelo! 
è il mio portafoglio l'ho trovato, ho trovato il mio caro portafoglio 
(non puoi rendere una danza illegale, no no no) 
FUORI LA SPAZZATURA! 
LIXA FORA! 
TA FODA!


mercoledì 17 ottobre 2012

eva mon amour - si stava meglio prima (2012)

folk rock e testi taglienti con uso di giochi linguistici sono la costante di questi tre ragazzi di velletri. brani canticchiabili, attenzione al pop ed alla canzone d’autore completano una miscela ben riuscita, che rimane in mente fin dal primo ascolto. ieri è uscito il loro terzo disco, registrato a giulianello e masterizzato a bristol, con la collaborazione di fabio fraschini al basso e rodrigo d’erasmo al violino. nel disco, intitolato lo specchio e l’aspirina si parla di confusione e difficoltà, ma anche bisogno di verità ed autenticità non sempre soddisfatto. 
“lo specchio rappresenta l’onere e l’onore del metterci la faccia,i conti che facciamo con noi stessi ricercando quel segno particolare della nostra vita,quello da scrivere sulle nostre carte d’identità. l’aspirina in qualche modo rappresenta le conseguenze,quelle che più o meno scegliamo scegliendo di scegliere” (emanuele colandreaeva mon amour)
Il primo video è scritto e diretto da jacopo rondinelli.

si stava meglio prima
si stava meglio prima, si stava meglio prima, prima di che?
si stava meglio prima, si stava meglio prima, ma prima di che?
prima del fuoco o della ruota, della ruota di scorta o prima della scorta
delle sostanze che stupiscono come la puzza dei minerva
o molto prima del jukebox o molto prima della boxe, che poi è sempre esistita
come i problemi coi vicini, i problemi con l'alcol, i problemi di memoria
si stava meglio prima, si stava meglio prima, prima di che?
si stava meglio prima, si stava meglio prima, ma prima di che?
prima delle eccezioni, dei trasporti eccezzionali, dei trasporti nazionali su gomma
prima che le parole si appiccicassero a un'antenna
o molto prima dei graffiti, delle scritte dentro ai cessi
o prima degli effetti quelli dei fermenti lattici
prima delle vertigini dei coriandoli, prima del rifiuto dei rifiuti tossici
si stava meglio prima, si stava meglio prima, prima di che?
Si stava meglio prima, si stava meglio prima, ma prima di che?
E prima dei tamburi, dei clorofluorocarburi
o molto prima di youporn che prima stava dal barbiere
prima delle scienze, prima delle scienze esatte, prima che la patente entrasse tutta in un bicchiere
o molto prima della sbornia, prima della California,
molto prima del tuo cane che è scappato e non ritorna
o prima della merda che è del cane dei vicini e che hai pestato un'altra volta
Si stava meglio prima, si stava meglio prima, prima di che?
si stava meglio prima, si stava meglio prima, ma prima di che?
prima che l'importante fossero le sfumature o il tratto dei contorni
prima che venga notte o prima che ritorni
molto prima che i tuoi occhi si mettessero a sparire
prima che i tuoi occhi si mettessero a sparare

martedì 16 ottobre 2012

il primo amore...

*immagine tratta da moonrise kingdom di wes anderson (2012)


quando salivo sul treno per andare a scuola, sara era già lì, con i suoi riccioli biondi e la sua cartella troppo grande. era arrivata da poco dalle mie parti ed il suo accento sardo sembrava molto sexy alle orecchie di un ragazzino che pensava a tutto fuorché studiare. la cercavo tutti i giorni, seguivo il suo passo veloce studiando la scusa perfetta per agganciarla. non esisteva facebook né c'erano i telefonini per mandarle un sms. e nei cinema si poteva entrare a spettacolo già iniziato. quando riuscii a strapparle un appuntamento per la domenica pomeriggio la portai appunto al cinema centrale. era inverno e pioveva: quale posto migliore di un cinema per due ragazzi in cerca di caldo e penombra. il film parlava di guerra ma se dicessi che vedemmo qualche scena mentirei. ce ne restammo dentro per due proiezioni quasi complete, con le labbra stampate uno sull'altra e gli occhi chiusi per tutto il tempo. probabilmente fu l'unica volta in cui uscimmo insieme. si perché il giorno dopo iniziava un'altra settimana e notai dei capelli lunghi e lucidi come la seta su un ragazzina con il passo ancora più svelto di quello di sara. ma questa è un'altra storia...
ieri sera ero al teatro degli arcimboldi di milano e pensavo alla storia del primo amore ma non riuscivo proprio a ricordare il colore dei suoi occhi. quando pino daniele ha iniziato questa canzone tutto il puzzle si è ricomposto...













**grazie a SEGNALE ORARIO [gli orologi di Everton] per avermelo fatto ricordare.


lunedì 15 ottobre 2012

amari - il tempo più importante (2012)

gli amari sono un gruppo fondato circa 15 anni fa, in provincia di udine, da pasta e dariella. torna, a distanza di tre anni dal precedente lavoro, il loro “pop sbagliato”, con questo nuovo video diretto da uolli, che è la prima anticipazione del disco che uscirà all’inizio del 2013 e parlerà del tempo. il video del nuovo brano è in sintonia con il pezzo, brillante e malinconico, perfettamente autunnale, tra treni in partenza e ricordi indelebili.
“l’idea è nata da uno spunto degli stessi amari, che era quello di realizzare un video interamente in cinemagraph, una sorta di versione 2.0 delle gif animate. e da qui è nata l’idea di realizzare un video/album, un susseguirsi di diapositive tutte della medesima durata in cui sfruttare questa tecnica dove nelle fotografie immobili è solo un dettaglio a muoversi nel tempo, un’effetto straniante e poetico che in primis ha avuto l’intento di raccontare il testo e l’umore del brano. un video dunque sul tempo, il tempo apparentemente immobile, ma che invece continua. le immagini raccontano volutamente gesti e azioni quotidiane, sullo sfondo un’appena accennata storia d’amore” (tomas “uolli” marcuzzi).




il tempo più importante
com'è che siamo qui a parlar del tempo
non è che poi ne abbiamo così tanto
lavoro sul pensiero che l'amore sia un lavoro straordinario
come ciò che costa un po' di fatica in più
com'è che non abbiamo più del tempo
perdersi al telefono per chiederti se piove
non era una scusa per tenere buone
richieste d'attenzione, vediamoci ma dove
non c'è più, non c'è più, non c'è più, ohoh
non c'è più, non c'è più, non c'è più, ohoh
non c'è più, non c'è più, non c'è più, ohoh
non c'è più, non c'è più, non c'è più, ohoh
prendere per mano il logorio dei giorni
che non abbiamo più passato assieme
ora in un minuto anche meno se conviene
ricordati quel bacio uno solo anche breve
non c'è tempo, non c'è, tempo per amare
il tempo che non hai
il tempo più importante
non c'è tempo, non c'è, tempo per amare
il tempo che non hai
il tempo più importante
Non c'è tempo, non c'è, tempo per amare
il tempo che non hai
il tempo più importante
pensare a domani in cui non ci sarà più tempo
ricordi quelle lotte fatte perse in segreto
e gli altri che ridevano azzardavano scommesse su di noi
che spreco d'ore, secoli preziosi
arrivare fino a qua e guardarsi tristi indietro
artisti del rimpianto, canzonette senza fiato
e quanto tempo avremo ora che siamo così soli
precisi come i voli dei tuoi amici che scappano
non c'è tempo, non c'è, tempo per amare
il tempo che non hai
il tempo più importante
non c'è tempo, non c'è, tempo per amare
il tempo che non hai
il tempo più importante
non c'è tempo, non c'è, tempo per amare
il tempo che non hai
il tempo più importante
il tempo più importante...


domenica 14 ottobre 2012

oratio - pirati (2012)

“a metà strada fra un taccuino di appunti ed un quaderno di schizzi, il video “pirati” è il tentativo di rendere per immagini la poetica di oratio o per meglio dire il suo stile ironico e malinconico allo stesso tempo, surreale e ludico, lucido a tratti non-sense. La scelta delle illustrazioni animate come filo conduttore tra le immagini video, risponde proprio all’esigenza di dare voce ad ognuna di queste accezioni, ma con un linguaggio differente. il tratto essenziale, ma dettagliato, semplice ed insicuro, che mantiene la freschezza dello schizzo a mano libera, vuole restituire proprio l’atmosfera di gioco che sembra costantemente controbilanciare l’allusione a temi più profondi. se da una parte scorrono quindi le immagini video, dall’altra le animazioni vorrebbero, con leggerezza ed ironia, porre l’attenzione su alcuni particolari del racconto, in parte reali, in parte solo evocati, per poi mescolarli insieme” (manuela di pisa)
video ideato da oliviero lopes e andrea corno (oratio). regia di manuela di pisa.
n.b. “pirati” in siciliano significa “calci in culo”, pertanto il testo va letto così: “con la testa nella sabbia non li vedi i calci in culo arrivare...”


pirati
tutto è meglio di sempre
 sempre è meglio di niente
 niente è meglio di te
 con la testa nella sabbia
 non li vedi i pirati arrivare
 come un pollo sulla spiaggia
troppo bianco per vederti
 e non inciampare
 e stai li sul tuo balcone
sputi in testa alle persone più buone
 e t'è presa una pazzia
vuoi copiare la vita mia
tutto è meglio di sempre
 sempre è meglio di niente
 niente è meglio di te
 ma la colpa è tutta tua
non guardarmi non c'entro niente
 droga senza poesia
è evidente non serve a niente..


sabato 13 ottobre 2012

massimo zamboni e angela baraldi - mi ami? (2011)

punk e disciplina!
massimo zamboni è stato con giovanni lindo ferretti il fondatore del gruppo storico cccp, nato dopo un incontro fra i due a berlino all'inizio degli anni ‘80. Il progetto continuò negli anni ‘90 come c.s.i. (consorzio suonatori indipendenti). massimo, chitarrista e autore della maggior parte dei brani nelle due formazioni, da qualche tempo divide il palco con angela baraldi, grintosa cantante, attrice e scrittrice. Lei, con grande merito e responsabilità, si prende l’onere di interpretare vocalmente e con stile personalissimo i brani che riscossero enorme successo con 
la voce di ferretti.

.
"noi, in quei tempi, avevamo di fronte altre cose, non percepivamo a quali disastri stesse andando incontro il pianeta terra. in realtà questo è la cosa alla quale forse dovremo pensare di più, al di là delle belle bandiere per le quali combattiamo. in fin dei conti destra e sinistra stanno sotterrando il pianeta, in un certo senso, in egual misura. credo che occorra una buona dose di lungimiranza guardando molto bene ai prati verdi. sono quelle le nostri fonti di vita, ancor di più di quello che ci potrebbe dare l’ideologia e la voglia di lottare per un mondo migliore..." (massimo zamboni, agosto 2012).

mi ami?
un'erezione un'erezione triste
per un coito molesto
per un coito modesto
per un coito molesto
spermi spermi indifferenti
per ingoi indigesti
io attendo allucinato
la situazione estrema
un grande sogno nitido
chiedendo alla tua pelle
con dita di barbiere
una amorosa quite
sfiorarti come a caso
con aria imbarazzata
atmosfera pesante
elogio alla tensione
tranquillità assoluta
un rapimento una estasi
su un punto delicato
questa non è una replica
facile e leggera
non è una mossa tattica
miiiiiiiiiiiiiiiiiiaaamiiiiiiiiiiiii?
miiiiiiiiiiiiiiiiiiaaamiiiiiiiiiiiii
miiiiiiiiiiiiiiiiiiaaamiiiiiiiiiiiii
l'affinità è elettiva
orfana di futuro
disturba i progetti rapisce la quiete
svela i conti in sospeso
accarezzati in sogno
in un tempo spezzato
che gira rigira torna all'inizio
non vuole finire, mi ami?
miiiiiiiiiiiiiiiiiiaaamiiiiiiiiiiiii
miiiiiiiiiiiiiiiiiiAaaMiiiiiiiiiiiii
smettila di parlare avvicinati
smettila di parlare avvicinati un po'