venerdì 30 gennaio 2015

andrea arnoldi e il peso del corpo - l'ortica (2014)

andrea arnoldi & il peso del corpo è un progetto musicale che vede affiancati l’omonimo cantautore bergamasco a leonardo gatti e gionata giardina (il peso del corpo, appunto). frutto del lavoro di due anni fra scrittura, composizione e arrangiamenti, è uscito nel 2014 il disco autoprodotto le cose vanno usate le persone vanno amate. undici canzoni i cui testi contengono parole dense, che rivelano la passione per filosofi come gilles deleuze, ma anche scrittori come velimir chlebnikov e fernando pessoa. tema dominante è la consapevolezza della morte nella sua inesorabilità, ed il bisogno conseguente di vivere la vita con una pienezza che solo un sentimento come l’amore può donare. i suoni e gli arrangiamenti, particolarmente curati, toccano le più diverse sfumature, dal giocoso allo struggente, anche grazie alla quantità e varietà di strumenti utilizzati, fra i quali un trio d’archi e una sezione di fiati, oltre ad utensili da cucina, strumenti etnici e tardo-medievali.
il primo video tratto dall'album è del brano l’ortica, del quale giorgio vasta, con il suo romanzo il tempo materiale ha ispirato il testo. realizzato da arnoldi insieme a fabio corbellini, è un vero e proprio corto dal titolo danzeremo sulle vostre tombe. quello che colpisce, al di là dell’originalità di una storia dai tratti volutamente surreali, è una sintonia perfetta dalla quale si viene contaminati nell’ascolto: quella fra parole “di sostanza”, ironicamente poetiche, ed una melodia che dolcemente ritmata e leggera crea, inaspettata, una gioiosa complicità fra vita e morte…
l’ortica
sono tre volte che muoio quest’anno
e questa è la quarta,
coprimi amore che soffoco, il corpo è scoperto
per la febbre alta
lasciami correre veloce nel fiume
solo nel sasso ritrovo me stesso,
canto nel vento sul ciglio di strade,
sono l’ortica, in lei mi riconosco
capita a volte di mutare sembiante,
tornare animali,
tu cucimi addosso un vestito d’ortica ed aspetta
che perda le ali
lasciami scritto al riparo del tempo,
sono la spina, la carta e l’inchiostro,
temo l’autunno e mi spoglio splendendo,
sono la rosa sul ciglio del fosso
‘e quanti anni abbiamo adesso, e dove siamo?’
‘ne avete quasi mille e siete biologia…
siete sorpresi? Cosa ne è stato
di tutto il tempo che avevate immaginato?
Il tempo morbido, strisciante e liquido,
il tempo materiale che vi avrebbe dissetato…
La morte resta un bel problema per voi vivi,
vi guarda in faccia e vi chiedete
la distanza a cui si trova…
sentite la campana e vi chiedete per chi suona…
mentre la vostra vita è il fiore in una serra
l’ortica artiglia ogni centimetro di te-rra!’
la rivoluzione violenta le aiuole,
non trova ragione per splendere al sole ma
vestita di niente, di spine e dolore,
misteriosamente si prende anche il fio-re
Vestita di niente, di spine e dolore,
vestita di niente, di spine e dolore,
vestita di niente, di spine e dolore,
misteriosamente si prende anche il fiore


[grazie a ellebi per il grande aiuto]

sabato 24 gennaio 2015

fiorino - la buona occasione (2015)

lo spezzino matteo fiorino​ ha iniziato a scrivere canzoni compiuti i 27 anni. conta svariate esperienze come chitarrista e cantante, alle quali affianca la professione di  marinaio-cuoco sugli yacht. esorcizza il proprio malessere componendo brani e nel 2011 ha dato vita al progetto cantautorale fiorino, autoproducendo l’ep l'esca per le acciughe. da buon marinaio disattende spesso le promesse, e così, il primo disco che doveva uscire nel 2013, è stato pubblicato solo nel gennaio di quest’anno. 
il masochismoprovoca dipendenza – questo è il titolo dell’album – che con poche ma efficaci parole già racchiude un’acuta riflessione su quanto, con il tempo, si riesca ad acquisire una notevole abilità a ripetere con costanza  gli stessi errori. dieci canzoni, parlando di nautica, di ex e di sensi di colpa, creano così l’opportunità di “tirare le somme” sulle esperienze di vita di matteo. 
la buona occasione è nato su commissione del video-maker ivan d’antonio, come colonna sonora per l’omonimo cortometraggio, con cui quest’ultimo ha vinto il premio canon italia 2013.
è un singolo che, con arguta ironia, partendo dal racconto del  traffico visto dall’alto di un autobus, affronta un viaggio nel mondo interiore del protagonista. nell’ascolto, emerge fin dalle prime note come sia un voluto, affettuoso omaggio alle ballate di lucio dalla, praticamente una “dallata” in piena regola.
la buona occasione
sulla preferenziale
ho lasciato la mancia che il vigile offre al maiale
fFerie sperimentale
fare un viaggio in città senza uscire dalla tangenziale
milioni d'ernie e di paure
nascoste nelle autovetture
promesse da nuovi incentivi,
con aperitivi che ti lasciano vuoto
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto?
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto?
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto?
dominerò il viale
seguirò ogni sorpasso e gli inventerò un altro finale
solo per aspettare
una buona occasione per affacciarmi a salutare
milioni d'ernie e di paure
rinchiuse nelle autovetture
promosse da piazzisti svegli,
sposati con mogli che invocano aiuto
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto
ma nessuno si è accorto che sono cresciuto



foto di futura tittaferrante
grazie a ellebi per il grande aiuto

venerdì 16 gennaio 2015

francobeat - pillole (2014)

francobeat (all’anagrafe franco naddei) è un eclettico cantautore e polistrumentista romagnolo. quello che lui presenta come “pop da biblioteca” nasce dall’incontro creativo con l’arte della scrittura. vedobeat, suo esordio del 2006, è una rilettura personale del libro mondo beat, edito da stampa alternativa, in cui le canzoni si alternano a poesie ed articoli contenuti nel volume. nel 2011 pubblica mondo fantastico, una sorta di “libro corale” musicato che introduce nel mondo dell’infanzia di gianni rodari.
nell’ottobre 2014 esce radici, che prende il titolo dalla residenza per disabili mentali le radici di san savino, riccione. lavorare con i “suoi matti” (così li definisce affettuosamente franco) ha implicato un lungo percorso: ci son voluti due anni per far scrivere loro dei testi che potessero essere musicati senza dover toccare nemmeno una virgola. tanti scritti ricchi di poesia, accanto ad una lucida e cruda visione del disagio mentale, offrono anche qualche vago accenno di speranza a che ”le cose possano cambiare”. è nato così un disco composto da undici brani che spaziano dal pop alla ballata romantica, al rap, al rock, al jazz.
un lavoro che franco ha musicato spesso di getto, cercando di rispecchiare il contenuto dei testi ed utilizzando di base il suo pane sonoro che è l’elettronica. determinante è stato l’apporto delle voci dei “protagonisti”, inserite nel disco attraverso una composizione di campionature realizzate da valeria caputo. l'album ha visto anche la collaborazione di artisti quali john de leo, i sacri cuori, santobarbaro, giacomo toni, moro, diego sapignoli (aidoru) e giuseppe righini
pillole è l'unico testo in cui i “matti” hanno creato un vero e proprio ritornello. il nome di ogni psicofarmaco precede il refrain e l’elenco che ne è scaturito ha suggerito a franco tonalità esotiche e brasileire. da lì è andato avanti con spirito giocoso divertendosi a vestire un testo, di per se “deliziosamente crudele “, con un’atmosfera da saudade che poi sfocia nella disco-music. ne esce così un approccio davvero inedito al mondo del disagio psichico, con un testo che rivela una profonda consapevolezza di una condizione di vita fragile, ma comunque affrontata con un’ “accettazione“ ed un’ironia tali, da far invidia a noi così detti “normali”…
 
pillole
pillole magiche, pillole di chi è fragile, di chi non ha una vita facile.
entumin entumin entumin.
mi fai diventare il sangue acqua e la mia vita si annacqua.
le gambe sono pesanti e stanche e mi sdraio sulle panche.
pillole magiche, pillole di chi è fragile, di chi non ha una vita facile.
en en en
mi fai dormire mi fai rilassare cosi posso sognare
tutto quello che mi pare, andare dove mi pare.
pillole magiche, pillole di chi è fragile, di chi non ha una vita facile.
depakin depakin depakin
non sono più sull’altalena ma sono immensamente serena,
come una falena che non muore nella notte piena
pillole magiche, pillole di chi è fragile, di chi non ha una vita facile.
leponex leponex leponex
mi leponizzi il corpo, colori i miei globuli rossi
e i miei globuli bianchi, sfortuna se qualcuno che non ne ha tanti.
pillole magiche, pillole di chi è fragile, di chi non ha una vita facile.
risperdal risperdal risperdal
forza dello spirito, fisico rigido, stomaco acido,
pillole magiche siete perfette.
chi è costretto a prenderle ha la mente bollente, il cuore battente.
chi è costretto a prendele ha la mente annebbita, ha la mente stregata, il cuore battente.
siete magiche,magiche,magiche,magiche,magiche…



[grazie ad ellebi per il grande aiuto]

giovedì 8 gennaio 2015

agnese valle - lasciare riposare (2014)

agnese valle è una musicista che ha all'attivo esperienze di rilievo, sia come clarinettista di francesco de gregori, che attraverso la partecipazione a spettacoli teatro-musicali diretti da registi quali pippo del buono e francesca comencini.
lo scorso aprile ha pubblicato il suo primo album anche oggi piove forte. tredici canzoni in cui agnese, scrivendo a quattro mani con "l’amico, collega e maestro" stefano catozza, ha raccontato le principali tappe della sua giovane vita: dagli anni del conservatorio alle esperienze in orchestra, dagli ascolti personali fino alle osservazioni riguardanti il mondo che la circonda. dal punto di vista musicale il disco spazia fra il pop ed il cantautorale. particolarmente curato negli arrangiamenti, con ampie sessioni di archi, chitarre e pianoforte, si caratterizza anche per la presenza di tre interludi strumentali. una scelta, quest’ultima, scaturita sia dalla voglia di dare spazio alla “seconda voce” di agnese, il clarinetto, che di fotografare momenti vissuti al di fuori dello studio di registrazione.
 
nella convinzione che la musica non debba solo preoccuparsi di se stessa, bensì partecipare al contesto storico e alla vita del proprio paese, la musicista è supporter della campagna “operazione fame”. ideata dall'organizzazione internazionale actionaid, l’iniziativa ha lo scopo di promuovere il diritto al cibo in italia e nel mondo, prevedendo anche un programma di educazione per evitarne lo spreco.
questo sostegno si è concretizzato con la realizzazione, per la regia di roberto maria nesci, di un videoclip del singolo lasciare riposare. protagonisti della tavolata sono i colori bianco e rosso dell'organizzazione internazionele, il cucchiaio bucato simbolo della campagna, l’attore lino guanciale e alcuni giovani allievi della scuola di musica romana in cui agnese insegna. un testo che, con “leggero” ottimismo ed arguta ironia, attraverso la formula della ricetta di cucina, fornisce personali istruzioni per l’uso nelle relazioni umane. nella metafora, imparare insieme un uso diverso e ”più giusto“ degli ingredienti, permette così di acquisire un modo più consapevole di “nutrire“ se stessi e gli altri…




[grazie ad ellebi per il grande aiuto]