venerdì 24 aprile 2015

old fashioned lover boy - your song (2015)


old fashioned lover boy è il nome d’arte di alessandro panzeri, cantautore napoletano, trapiantato a milano che ha già all’attivo un’esperienza nella band pop-rock degli abulico, con i quali ha realizzato due album. con the iceberg theory, pubblicato agli inizi di marzo, inizia il suo progetto da solista. il disco, intimo, del tutto istintivo e spontaneo, è una sorta di raccolta degli ultimi dieci anni di vita di alessandro. l’album, infatti, mette insieme pezzi scritti tantissimo tempo fa ed altri più recenti, frutto degli ascolti dell’ultimo periodo. nonostante il notevole arco temporale che separa i brani, il lavoro mantiene una sua omogeneità grazie a suoni naturali ed essenziali. fra chitarre, synth e batteria si crea un’atmosfera rarefatta e malinconica, con evidenti richiami al folk nordico ed incursioni anche nelle melodie degli anni ‘80. 
cantato in inglese, il disco presenta sonorità e testi apparentemente semplici che, al contempo, cercano di trasmettere una profondità che stimoli l’interpretazione personale di chi ascolta. è questa per alessandro la “teoria dell’iceberg”: lasciando affiorare pochi, scarni concetti, se ne possono esprimere in realtà tanti altri. del singolo your song, con la collaborazione del videomaker svedese daniel larsen, è stato realizzato un suggestivo video in un luogo particolare (una ex fabbrica di panettoni), chiamato “perpetua”. le immagini, mostrando un ambiente in parte degradato, ma che comunque la luce e il sole riescono ancora ad illuminare, sono in perfetta sincronia con lo spirito malinconico ma non rassegnato della canzone. una ballata che con note semplici ma intense, colpisce dal primo ascolto, trasportando in un mondo di emozioni rarefatte, ma dolcemente ipnotiche e totalmente condivisibili: chi, almeno una volta non si è trovato a pensare: è tempo di cambiare, di cambiare la mia vita...

[grazie ad ellebi per il grande aiuto]

sabato 4 aprile 2015

marinaio, cuoco, cantautore: una birretta con matteo fiorino...

mi è capitato di recente di imbattermi nel disco di matteo fiorino, uscito qualche settimana fa su etichetta frivola records: il masochismo provoca dipendenza. è un album piacevole, espressione di un cantautorato sbarazzino ma che allo stesso tempo offre interessanti spunti di riflessione, spesso giocati sul filo di una poetica ironia. notando il suo passaggio per milano, ne ho approfittato e sono andato ad ascoltarlo dal vivo. è stata l’occasione per scambiare quattro chiacchiere da vicino che mi hanno portato a conoscere meglio matteo e la sua musica.
va precisato che matteo non si è potuto esprimere al massimo delle sue potenzialità, non tanto per i contenuti, in quanto le canzoni sono state presentate in modo accattivante ed eseguite con impegno - tra l’altro si è prodigato nell’intrattenimento del pubblico, risultando a volte illuminante nel raccontare il senso più profondo dei suoi testi. il limite è stata la location, il bar al confine in zona porta genova. un locale che si è rivelato inadatto per questo genere di situazioni, fortemente condizionato dall’impianto audio piuttosto carente e dai presenti che in buona parte chiacchieravano amabilmente, disturbando chi voleva rimanere concentrato nell’ascolto del concerto. nonostante le condizioni ambientali, fiorino non si è scoraggiato, ha combattuto le avversità, portando così a termine egregiamente la sua performance.
nel dopo concerto ho avuto l’opportunità di soffermarmi con lui davanti a una birretta e quello che segue è più o meno quanto ci siamo detti: 
dalle informazioni diffuse dal tuo ufficio stampa, oltre ad essere un cantautore sei anche un marinaio... 
si, confermo! sono un pessimo marinaio con mansione di cuoco ma lavorando su barche piuttosto piccole sono praticamente un tutto-fare. mi imbarco solitamente per periodi brevi e soprattutto su barche a motore. 

mi risulta che da buon marinaio non mantieni le promesse (sbaglio o il tuo disco doveva uscire nel 2013?) 
quelle non le mantengo a prescindere. scherzo! diciamo che il mio slancio di ottimismo è stato severamente punito. purtroppo ci sono stati vari intoppi durante la produzione, perciò l'uscita è slittata di un paio di anni, durante i quali sono diventato matto, ma durante i quali ho sempre e comunque aggiornato i raisers sullo stato dei lavori. tutto sommato è uscito fuori un buon lavoro e, chi ha creduto in me fin dalla prima ora, adesso che ha finalmente ricevuto il disco, si ritiene ampiamente soddisfatto. meno male, va... 

parlami dell'esperienza di musicraiser 
un'esperienza di sicuro molto formativa, al di là del raggiungimento dell'obbiettivo. solo quando ci sei dentro ti rendi conto che fino a un attimo prima avevi pressoché totalmente ignorato una serie di aspetti legati alla creazione dell'immagine e al suo confezionamento: in una parola, la comunicazione. in italia gli artisti tendono a sottovalutare questo aspetto, forse perché fino a pochi anni fa erano altre figure professionali ad occuparsene, quindi è un problema nuovo.
lo scopo principale di piattaforme crowd-funding come quella di musicraiser, prima ancora che raccogliere fondi, è quella di promuovere la tua attività e coltivare il tuo seguito nel modo più diretto possibile, cioè coinvolgendolo nei tuoi progetti. lo staff ci crede un casino e non lascia nulla al caso, anzi, ti segue in tutte le fasi, fa report continui e si confronta con te in continuazione. ricordo le telefonate della mia tutor, che con un tono di voce iper determinato mi spronava a seguire delle strategie. quelle telefonate avevano un'atmosfera orwelliana! ma effettivamente, se dai retta a loro, la campagna funziona. 
di norma, chi suona in ambienti in cui non è conosciuto, cerca di richiamare lattenzione suonando qualche cover famosa. tu sei partito con un brano di oratio e uno di nino bruno e le otto tracce. mi è sembrata una scelta quantomeno bizzarra… 
mi rifiuto di credere che al mondo ci sia gente stordita dalla mancanza di curiosità al punto di aver bisogno di ascoltare cover conosciute per dedicare la propria attenzione a un concerto. mi rifiuto di suonare cover di canzoni che non avrei mai scritto. mi rifiuto di iniziare un concerto suonando le mie canzoni perché mi verrebbero male, così suono canzoni di altra gente. mi vuoi ancora bene? comunque ho un side project assieme a shiva bakta che si chiama “vedo gente faccio cover”. 

mi ha incuriosito il testo di "esca per le acciughe", di cui esiste un simpatico video ad opera del mitico mezzacapa. mi spieghi di cosa parla?
video bellissimo, vedetelo assolutamente! la canzone è una metafora sull'attesa di qualcuno che non tornerà mai sui suoi passi ma tiene l'altro in scacco, lasciandosi galleggiare per simulare indecisione. l'altro diventa un'esca per le acciughe, laddove le acciughe sono i tanti piccoli falsi allarmi che lentamente fanno venire le rughe al cuore di chi attende in vano. non la capisce nessuno 'sta canzone, è un bel casino. 
il singolo dellalbum (la buona occasione) si potrebbe quasi definire una dallata. te la prendi se la metto su questo piano? 
ahaha! fantastico! pensa che dallata è esattamente l'aggettivo che ho coniato per la presentazione track-by-track del disco, te lo giuro. complimenti vivissimi, chissà quante altre cose abbiamo in comune. ho scritto quella canzone in un momento in cui ero concentrato sull'ascolto di lucio dalla e paolo conte, ma evidentemente devo aver assorbito più dalla. 

come torni a la spezia, ancora con blablacar, come allandata? 
tornerò a roma, dove mi sono trasferito da qualche mese, ma spero di trovare comunque un blablacar, sennò sono fottuto!

[le foto sono di futura tittaferrante]