martedì 12 luglio 2011

consonno - il fascino di un paese fantasma...

arrivo a consonno nel tardo pomeriggio di un afoso sabato di luglio, salendo dall'unica strada percorribile in auto: una via ripida e stretta, con un bellissimo panorama sui laghi della brianza. alla fine della salita la strada attraversa un bosco che sembra rappresentare la porta d'accesso ad un altro mondo, la temperatura scende e d'improvviso compare una sbarra e sullo sfondo qualche casa. parcheggio ed un silenzio irreale, una sensazione di pace assoluta mi avvolge. il minareto, come una torre di controllo, si fa largo tra la vegetazione e, dopo averlo visto in decine di foto, ora posso finalmente avvicinarmi a quello che ancora oggi è il simbolo di una folle storia italiana: il caso emblematico di una speculazione edilizia negli anni del boom economico o forse la sfortunata avventura di un industriale con manie d'onnipotenza.


la storia di consonno, frazione del comune di olginate (lc) è davvero bizzarra.
la svolta, per questo piccolo borgo agricolo situato a circa 600 mt di quota nella verde brianza, avvenne l'8 gennaio 1962, quando l'eccentrico conte mario bagno acquistò, per 22.500.000 lire (circa 11.600,00 euro) dall'immobiliare consonno brianza, la proprietà di tutte le abitazioni del borgo.
il grande ufficiale mario bagno, conte di valle dell'olmo, come recita pomposamente l'atto notarile, dopo aver costruito una nuova strada di collegamento con olginate, iniziò a chiarire le proprie reali intenzioni: costruire una piccola las vegas brianzola. l'imprenditore, tanto ricco quanto stravagante, in breve tempo rase al suolo tutte le abitazioni esistenti, tranne la chiesa con l'attigua casa del cappellano ed il cimitero. con esplosivo e ruspe fece abbassare anche la collina adiacente perché, a suo dire, limitava il panorama verso le prealpi lecchesi.
furono quindi costruiti edifici delle più svariate forme architettoniche: una galleria commerciale arabeggiante con minareto, una pagoda cinese, un castello medievale, una balera, fontane multipiano ed un hotel di lusso.

inoltre, nei piani dell'imprenditore sarebbero dovuti sorgere campi da calcio, basket, minigolf, un giardino zoologico ed addirittura un circuito automobilistico.
la tranquillità scomparve ed iniziarono ad arrivare i primi turisti, attirati dalla prospettiva di una città dei balocchi, un luogo di divertimento senza limiti.
tutto procedeva come pianificato ma l'imprenditore non aveva fatto i conti con la natura che, nell'ottobre del 1976, mise in campo la sua vendetta e, con una frana isolò consonno dal resto del mondo. i riflettori, accesi poco più di dieci anni prima si spensero e, consonno cadde nell'abbandono, ancor prima di essere completata.
negli anni ottanta il vecchio hotel plaza venne convertito in casa di riposo per anziani. il canto del cigno del conte bagno, che cercò di convertire la città dei balocchi in oasi di pace della terza età, chiuso definitivamente nel giugno 2007.
nel corso dei decenni consonno è stata danneggiata dai vandali, fino all'epilogo del rave party "summer alliance" che, a pochi giorni della chiusura della casa di riposo, l'ha completamente devastata.




una certa passione per l'archeologia industriale ed urbana mi porta a visitare luoghi abbandonati, per cercare tracce del passato e per capire i motivi del loro degrado. scopro in questi giorni che esistono gli urban explorer (o creepers) nei quali un poco mi riconosco. l'intento di queste visite è fotografare e documentare i luoghi: immaginare chi viveva e lavorava in fabbriche, abitazioni e strutture abbandonate al tempo ed alla natura per scorgere testimonianze del passato nel fascino della decadenza.
il tutto senza dimenticare la regola ferrea degli esploratori urbani: nei luoghi visitati non si prende nulla, al di fuori delle immagini e non si lascia niente oltre alle impronte delle proprie scarpe.
visitare consonno è stato estremamente emozionante: l'atmosfera che vi si respira è surreale, con le sue strane costruzioni e la vegetazione spontanea che le invade. edifici mai completati, archi arrugginiti e decadenti con messaggi promozionali che suonano un po' sinistri (consonno è il paese più piccolo ma più bello del mondo - a consonno è sempre festa - etc.). ovunque ci sono macerie, detriti, vetri rotti, metalli arrugginiti, mobili distrutti e lampioni che giacciono a terra simbolicamente vinti dalla furia della devastazione. e poi murales in ogni spazio libero, una galleria in continua evoluzione che paradossalmente ridà vida alle mura malandate.
consonno si può visitare facilmente, non dimenticando che tutti gli edifici sono di proprietà privata e recintati, anche se numerosi sono i varchi e la vigilanza è inesistente.
nel borgo rimangono una decina di residenti che vivono in una casa e nella vecchia canonica, oltre ad una famiglia di cani che si muove indisturbata tra le vie, padroni indiscussi del luogo.
questa esplorazione mi ha dato tanto. quello che ho visitato è un luogo carico di un'atmosfera magica e, a distanza di giorni, ricompare molto spesso davanti ai miei occhi. mi ha suscitato sentimenti contrastanti ma ci tornerò presto, per respirare ancora queste sensazioni, ciò che parole ed immagini non riescono a descrivere.












il sito dedicato a consonno

scena tratta dal film "figli di annibale" girata a consonno