venerdì 30 settembre 2011

viola di grado - settanta acrilico trenta lana (edizioni e/o 2011)

in genere leggo un libro quando mi incuriosisce o qualche persona di cui mi fido me lo consiglia. il fatto che poi magari il volume abbia vinto il premio campiello opera prima non influenza minimamente il mio giudizio.
viola di grado invece porta una bella ventata di novità, perlomeno sul mio comodino.
leggere questo romanzo della ventitreenne esordiente catanese è stato davvero un piacere ed una bella scossa emotiva. ho trovato la capacità di costruire un linguaggio originale ed innovativo, di rompere certi schemi linguistici, di inventare nuove forme di comunicazione con una scrittura forte e decisa, affrontando una storia cupa, dura, violenta e trasgressiva.
la scrittrice coinvolge con un ritmo sempre più incalzante nel mondo della protagonista a leeds, "dove l'inverno è cominciato da così tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c'era prima".
il romanzo catapulta letteralmentre in un clima ruvido, caustico, corrosivo, distruttivo ma da subito risulta avvincente e appassionante.
insomma un libro che consiglio a tutte le persone che, come me, cercano sempre qualcosa di nuovo da esplorare...



nella mia copia, prestatami da un'amica appassionata lettrice (sister), ho trovato un quadrifoglio secco tra le pagine 10 e 11, nel punto in cui la protagonista si presenta così:
"...state pensando che christopher road è l'ultima via in cui ambientare un romanzo, figuriamoci poi la storia della propria vita, eppure a guardarla adesso sulla pagina io mi ci vedo dentro con nitidezza, come in una foto di classe.
io sono quella con il naso grande e i capelli lunghi neri, la carnagione chiarissima, no, più a destra, dico quella con la frangia e gli occhi verdi, mi vedete o no? quella che sta guardando dentro al cassonetto, si proprio quella. altro che storia della mia vita, la mia vita non ce l'ha una storia, di certo una storta, ma una storia no. la mia vita al posto delle storie ha crateri profondi pieni di sabbia, come quelli che ci sono sulla luna, quelli che da piccola ti sembrano occhi naso e bocca.
zoomate su me bruna con frangia che butto la giacca fucsia. la neve aveva trasformato i sacchi in leziosi pupazzi di neve. in quel momento, affondando il mio sacco nero nel cassonetto, vidi un vestito. era verde bosco coi bottoni bianchi, spiegazzato, emergeva da sotto un sacco di plastica di sainsbury's. allungava una manica lunga come una biscia su uno sgabellino di plastica gialla a destra. a sinistra, invece, non aveva manica...."






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