la sera del 7 settembre arriviamo in prossimità del carcere di bollate con un bel tramonto. lo sfondo contrasta nettamente con il triste e grigio edificio in cui entreremo.
quando il gruppo di ospiti è completo si inizia ad avanzare, passando attraverso i metal detector, senza portare nulla con sé, seguendo le energiche indicazioni delle guardie.
si attraversano porte con muri spessi e si percorrono corridoi che sembrano infiniti e ci fanno tornare alla mente immagine di film famosi. la temperatura sale e sembra mancare l'aria guardando gli edifici intorno a noi, attraverso le sbarre alle piccole finestre.
si arriva infine ad un piccolo teatro con al centro, nella penombra, un pianoforte ed una tribuna gremita di detenuti che, all'arrivo di paolo alderighi scoppia in un fragoroso applauso. i nostri sguardi emozionati si incrociano con i loro, entrambi curiosi di guardarci e di sapere se siamo poi così diversi. per una volta loro sono sulla tribuna principale e noi, defilati, in un angolino.
l'organizzatore corrado beldì presenta la serata e spiega che sarà un concerto di stride piano, con musiche degli anni '20-'30-'40 del secolo scorso, stile in cui l'illustre ospite è uno dei più importanti esecutori.
paolo alderighi, poco più che trentenne, diplomato al conservatorio giuseppe verdi di milano, laureato in economia per le arti la cultura e la comunicazione all'università bocconi, ha raccolto diversi premi per le sue grandi doti di musicista jazz.
di recente ha pubblicato il terzo lavoro discografico a suo nome in pianoforte solo e partecipato a numerose altre produzioni collaborando con moltissimi musicisti noti nell'ambiente jazzistico mondiale.
oltre ad esaltare le sue doti di musicista, la serata gli consente di sfoggiare doti di grande comunicatore: ogni brano viene presentato con le parole giuste ed accompagnato da aneddoti che meglio inquadrano il contesto in cui è stato composto o il nuovo arrangiamento preparato per l'occasione. nel buio solo un pianoforte ed un uomo a tiene in pugno il pubblico della tribuna, che spesso scandisce il tempo, rivelando la presenza di qualche musicista e sembra apprezzare parecchio la serata.
noi, come per non disturbare un evento in cui ci sentiamo un poco intrusi, ci limitiamo ad applaudire calorosamente le bellissime esecuzioni.
alla fine della performance il momento più bello ed emozionante della serata: il pubblico si mescola e gli ospiti prendono timidamente contatto con i padroni di casa. due mondi apparentemente lontani si sfiorano ed allora le domande scorrono spontanee da entrambe le parti. è stato molto bello incontrare persone che ci hanno raccontato le loro sensazioni ed aver colto tanti pensieri positivi, di uomini che nutrono belle speranze per il futuro, quando anche loro potranno uscire da quell'edificio da persone libere, esattamente come noi facciamo dopo aver ancora una volta ringraziato tutti.
in particolare corrado beldì, marco scotti e novara jazz per averci regalato una serata così ricca di emozioni uniche.
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