domenica 22 dicembre 2013

virginiana miller - anni di piombo - lettera di san paolo agli operai (2013)

i virginiana miller, gruppo livornese attivo dal 1990, da sempre, con le loro canzoni, cercano di esprimere la complessità emotiva del reale. con occhi ancora capaci di stupirsi, osservano attentamente una porzione piccola di mondo, quella che conoscono, per poi descriverla con tutto l’amore possibile. si definiscono una band ‘pop’, ossia popolare, attribuendo a questo termine strettamente connesso alla cultura, un significato alto e nobile. un percorso che, in tutti questi anni, hanno tracciato con creatività e coerenza.
simone lenzi (voce), antonio bardi (chitarra), matteo pastorelli (chitarra), daniele catalucci (basso), giulio pomponi (tastiere) e valerio griselli (batteria), lo scorso settembre hanno pubblicato il sesto album, venga il regnoquesto disco, in particolare, grazie anche a testi più diretti, stabilisce un rapporto intimo ed immediato, fra ciò che è dentro di noi e quello che accade fuori. un mondo, quello attuale, fatto di mancanza di certezze, a cominciare dal lavoro, passando per la politica o la religione, ma nel quale continuare a coltivare la bellezza di “esserci” fino in fondo ogni giorno, è un’opportunità da non perdere…
rimanere fiduciosi, mantenere la speranza, tutto questo traspare anche nel video, con la regia di matteo scotton, relativo al brano anni di piombo. un tema delicato quello affrontato, alla quale la band tiene moltissimo. si parla anche di aldo moro, di quegli “anni terribili”, cercando di raccontarli oltre la storia. la convinzione è che, in quell’esperienza orrenda che fu il sequestro e l’uccisione dello statista democristiano, il nostro paese si sia giocato tante possibilità che, se realizzate, avrebbero reso il nostro presente un po’ meno disperante. rimane comunque il desiderio di non soccombere di fronte a quello che si potrebbe definire “il male della storia” e un senso di profonda gratitudine per tutti quei “padri” che, come aldo moro, con la loro statura umana, il loro coraggio, hanno contribuito a salvaguardare la vita democratica della nazione. nasce così una toccante canzone d’amore dedicata prima di tutto all’uomo aldo moro, ai suoi sentimenti che, allo stesso tempo, stabilisce un intenso legame fra passato e presente. entrambi caratterizzati da un realtà quotidiana “pesante” da vivere, ma in cui resistere, guardare avanti comunque con un sorriso è una necessità o forse addirittura un dovere, che abbiamo nei confronti di noi stessi e di coloro che amiamo…
anni di piombo
l'autostrada è del sole stanotte 
ma piove sul valico a Bologna 
eppur bisogna andare 
la radio mi trasmette l'amore amore 
stai tranquilla, vado piano 
quando arrivo poi ti chiamo 
da un telefono a gettoni 
e ti dico che non mi hanno 
colpito le scosse 
non mi hanno rapito le brigate rosse 
non avere paura, non temere, 
non c'è piombo in fondo al nostro cuore 
io, me la cavo bene. 
tutto un'altra galleria stanotte 
le stelle, le luci dei fanali 
e una mia immensa tenerezza passa per le tue mani, 
ciao, ci sentiamo domani 
Stai serena che se ho sonno 
io mi fermo e forse dormo 
per un paio d'ore o per vent'anni amore 
Stai tranquilla, vado piano 
quando arrivo poi ti chiamo 
da un telefono a gettoni 
e ti dico che non mi hanno 
colpito le scosse 
non mi hanno rapito le Brigate Rosse 
non avere paura e non temere 
non c'è legge speciale 
né ragione di stato 
più nulla da rivendicare 
più nessun potere, nessun mare 
non c'è piombo in fondo al nostro cuore 
stai tranquilla, vado piano 
quando arrivo poi ti chiamo 
poi ti chiamo
“accettare“ ciò che si è diventati col trascorrere del tempo per diventare consapevoli delle nostre effettive potenzialità, trasformandole così in un mezzo per agire più efficacemente nel vissuto quotidiano. fare i conti con il passato mantenendo un'ottica costruttiva nei confronti del presente. entrambi questi concetti sono al centro del brano lettera di san paolo agli operai, il cui video è stato realizzato per la regia di marco e paolo bruciati, con soggetto e sceneggiatura di simone lenzi. per questa canzone, in particolare, lo sguardo si sofferma sugli anni ’70, quelli in cui è cresciuto lenzi, mettendo in primo piano la realtà operaia legata a torino e alla fiat del lingotto.
la forma utilizzata è quella di una toccante lettera aperta datata 1978, in cui l’autore si riconosce al punto da considerarla come la realizzazione compiuta di quelle che sono le sue capacità espressive. la si potrebbe immaginare cantata da un prete operaio, figura emblematica di quegli anni, ma che oggi non c’è più. così come non è rimasto nulla della contrapposizione fra chiesa e partito comunista che caratterizzava quel periodo, essendo nel frattempo sopravvissuta solo la prima. non a caso la canzone si chiude con la frase “ tutto è ormai passato”. un senso di perdita, analizzato alla luce della cruda consapevolezza che la vita consuma un po’ tutto, diventa in questo caso lo stimolo per provare a capire se davvero sia possibile aprire una fase nuova in cui convogliare il desiderio di riscossa che si sente, in questi giorni più che mai, diffuso e palpabile un po’ ovunque…
lettera di san paolo agli operai
scrivo dal nuovissimo quartiere 
da una cella dentro un alveare 
per dirvi che vi auguro 
buon natale 
operai del lingotto 
è un felice 1978 
circoncidetevi il cuore e il petto e apritevi al vento 
io credo nel cemento 
e costruirò la mia chiesa 
perchè io 
io credo in dio 
e credo in voi 
credo nel partito comunista 
e nei pink floyd 
perchè credo nell'amore universale 
e credo in te 
credo in gesù cristo il redentore 
e in berlinguer 
credo nel cemento disarmato 
credo che tutto sia compiuto e che tutto sia ormai passato.





foto:
(1) franco catalucci
(2) (3) (4) starfooker

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