martedì 18 febbraio 2014

cesare malfatti - una mia distrazione (2014)

cesare malfatti si è distinto nell’ambito della musica pop di classe, cofondando e condividendo il progetto la crus per quasi vent’anni, oltre ad essersi dedicato ad una serie di altri interessanti progetti (amor fou, noorda, the dining rooms, se’mbro). il suo debutto come solista è del 2011. quella intrapresa è una via nuova, con una predilizione per il lato più autentico ed “artigianale” dell’artista: non si tratta di autoproduzione ma, ecco la particolarità, i cd sono numerati, datati, intestati e spediti a casa direttamente da cesare. da fine 2013 è disponibile il suo terzo lavoro: una mia distrazione
lo spunto per il disco è nato da un concerto con il pianista e compositore milanese antonio zambrini, che ha ridisegnato la logica sonora di malfatti. possiamo proprio dire che con questo progetto musicale la canzone d’autore incontra il jazz. insieme a zambrini hanno suonato matteo zucconi al contrabbasso, riccardo frisari alla batteria, vincenzo di silvestro agli archi, stefania giarlotta ai cori. i testi, tranne uno del poeta vincenzo costantino, sono tutti di luca lezziero, compositore e scrittore che già aveva collaborato con i la crus. la “distrazione” di malfatti è rappresentata anche dalle fotografie, che scatta un po’ ovunque: a casa ma anche nei luoghi che frequenta per concerti o vacanza. il packaging del disco ne contiene nove, una per ogni traccia. le ha personalizzate creando un prodotto unico, facendole diventare cartoline completate con la stampa dei testi sul retro. la confezione è diventata così, allo stesso tempo, familiare ed inusuale, in totale sintonia con l’atmosfera intima che si respira ascoltando tutto il disco. 
la voce di malfatti confidenziale, sussurrata, quasi sensuale, è amplificata nella sua intensità da tonalità che si aprono raffinate e melodiche. il pianoforte, accompagnato anche da cori leggeri e suadenti, a sua volta si fa voce, donando un respiro ancor più ampio, solare e dolcemente riflessivo alla musica. 
la stessa suggestione scaturisce anche dal video della title-track dell’album. con le riprese di andrea martiradonna e il montaggio dello stesso luca lezziero, il clip dimostra come sia possibile, a volte, creare una fusione quasi perfetta fra parole, musica e immagini. le riprese in bianco e nero vedono protagonisti alberi secolari che si stagliano vitali verso l’infinito, in un cielo illuminato dal sole. all’interno di questa natura rigogliosa c'è un paesaggio rurale, dominato da una strada sterrata ma lineare, che sembra non finire mai, in cui la figura umana è quasi del tutto assente. il tutto sembra quasi voler rappresentare un percorso interiore di graduale, serena, crescita personale, possibile a patto di tornare in contatto con le nostre “radici”, troppo spesso disperse nel caos della quotidianità.
una mia distrazione
cammino nel sole 
il cielo è già blu
la pietra ha il colore 
di parole dette mai più
morirai di una mia distrazione 
cercherò di non farlo mai più 
non avrai nessun’altra occasione
e vorrei lo capissi anche tu 
è strana la luce
che porti con te
io ti osservo parlare
sei diversa, diversa da me
la risposta che non riesci a trovare 
sarà come se fosse già lì 
sembrerà di conoscerla bene 
ma vorrei che non fosse così
morirai di una mia distrazione
resterà così poco di te
non avrò abbastanza parole
per spiegarti davvero il perché

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