lunedì 1 aprile 2013

monaci del surf - apache (2013)

apache è il primo grande successo, pubblicato nel luglio del 1960, dagli shadows, gruppo inglese di rock strumentale guidato dalla celebre fender stratocaster di hank b marvin. la band nacque nel 1958, come gruppo di supporto per il cantante cliff richard. il brano rimase per cinque settimane al numero uno della classifica inglese e riscosse grande successo in tutto il mondo.
i monaci del surf sono una band surf rock, composta da tre musicisti mascherati da wrestler messicani, di cui non si conosce l'identità. la leggenda costruita attorno al gruppo narra che siano tre monaci tibetani partiti alla scoperta del mondo fino ad arrivare a città del messico. qui insegnano le loro arti marziali ad una piccola congrega di cristeros, come atto di riconoscenza ricevono in dono tre maschere da wrestler che scelgono di indossare per proteggere la loro identità. stanchi della violenza, decidono di abbandonare il messico scegliendo la via dell'oceano. una sera, tornati dalla spiaggia californiana, incontrano la leggenda del surf rock dick dale che, stufo della sua carriera in declino, dona loro il proprio plettro. da allora imbracciano una terza via, dedicata interamente alla musica, diventando i monaci del surf, contaminati dalle note positive del surf rock, come unico stile di vita. questa è una delle tante storie che circolano sulla loro nascita. ma loro riescono a raccontarla meglio senza parole. non si può essere sicuri di chi si nasconda sotto alle maschere, quello che è certo è che chitarra elettrica, basso e batteria sono gli strumenti preferiti dai monaci, filtrati e accompagnati da suoni elettronici che richiamano i vecchi film di fantascienza o ambienti da foresta amazzonica.

nel disco d'esordio, omonimo, pubblicato nell’aprile 2012, i tre musicisti rivisitano alcuni famosi temi cinematografici, qualche classico senza tempo, oltre a suonare alcuni temi originali scritti dagli stessi monaci.
il video di apache è diretto da mattia martino, giovane videomaker torinese, studente dell’accademia di belle arti. nonostante il clip sia digitale, è stato lavorato come se fosse analogico, perché non venga “tradito” lo stile vintage che caratterizza il suono della band.




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