lunedì 21 gennaio 2013

massimo bubola - hanno sparato a un angelo (2013)

massimo bubola, cinquantanove anni, poeta e musicista veronese, tra i più importanti scrittori di canzoni del nostro paese, autore di brani storici per artisti del calibro di fabrizio de andrè, fiorella mannoia, cristiano de andrè e numerosi altri, ritorna in prima persona, con il suo ventesimo album: "in alto i cuori".
il disco è una carrellata di undici piccoli film su schegge recenti della storia d’Italia, fatti di cronaca e ritratti generazionali. le sonorità sono folk rock ma poco italiane, le definirei piuttosto ballate elettro-acustiche di modernissimo rock alternativo americano. 
a bubola interessa il lato più oscuro dei sentimenti umani, racconta storie di amore e morte, invidia e tradimenti, vendette e sconfitte. gli piace armonizzare gli opposti, bene e male, dannazione e redenzione. Cerca sempre di comporre canzoni con una coscienza sociale, che affondino in qualche modo le radici nelle realtà. I piccoli fatti di cronaca vengono in alcuni casi trasportati in una dimensione epica.
“hanno sparato a un angelo”, primo singolo estratto, si ispira ad un fatto realmente accaduto a roma, zona tor pignattara, il 4 gennaio 2012. l’intensa instant song racconta dell'uccisione sotto casa, da parte di due rapinatori, di zhou zeng, 32 anni, e della figlia di 9 mesi joy che teneva in braccio. la ballata ci immerge nella vicenda passo a passo, ed è l'occasione per una riflessione profonda sull'infinita strage degli innocenti, sulla perdita della cultura del dolore.

“quando scrissi il disco ‘l'indiano’ con fabrizio de andré ho approfondito la concezione della morte che hanno i nativi americani, visione collettiva e non personale: per loro se qualcuno moriva era come una foglia che si staccava dall'albero, l'importante era che l'albero continuasse a vivere. l'unica cosa tragica erano le morti infantili. e per questo il dramma di "hanno sparato ad un angelo" è ancora più vivo” (massimo bubola).
hanno sparato a un angelo
hanno sparato a un angelo
in fondo alla città
hanno sparato a un angelo
e adesso siamo qua
hanno sparato a un angelo
in mezzo ad una strada
a un cucciolo di sposa 
coperto di rugiada 
hanno sparato a un angelo 
in braccio al suo papà 
hanno sparato a un angelo 
e a un po' di eternità. 
hanno sparato a un angelo
ed hanno spento un lume
hanno sparato a un angelo
che era ancora in piume
hanno sparato a un angelo
che ancora non sapeva
gli abissi del mondo 
la bestia che si cela 
hanno sparato a un angelo 
in braccio al suo papà 
hanno sparato a un angelo 
e a un po' di eternità. 
cosa possiamo piangere
se non abbiamo lacrime
cosa possiamo scrivere
se non abbiamo pagine
e non possiamo credere
che morta sia pietà
hanno sparato a un angelo 
e a un po' di eternità. 
hanno sparato a un angelo
sul fare della sera
mentre coi genitori
se ne tornava a casa
hanno sparato a un angelo
come si spara a un topo
come si spara a un sogno 
come si spara al vuoto 
hanno sparato a un angelo 
in braccio al suo papà 
hanno sparato a un angelo 
e a un po' di eternità. 
cosa possiamo dire
se non abbiamo voce
noi che non sappiamo stare
ai piedi della croce
e non possiamo credere
che morta sia pietà
hanno sparato a un angelo 
e a un po' di eternità. 
con i suoi piedi piccoli
ancora non volava
con le sue ali tenere
ancor non camminava
con i suoi occhi a mandorla
ancora sorrideva
ai giorni che venivano 
come una primavera 
hanno sparato a un angelo 
in braccio al suo papà 
hanno sparato a un angelo 
e a un po' di eternità.







*grazie a ellebi per il prezioso aiuto
*foto di andrea furlan

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