gli intercity sono la naturale evoluzione degli edwood, con cui condividono l'approccio artistico e buona parte della line-up, però qui si canta in italiano e c'è il significativo inserimento di anna viganò che suona la chitarra e si alterna alla voce con fabio campetti (che scrive anche i testi e suona la chitarra). a colorare le sfumature dello splendido tessuto sonoro contribuiscono anche michele campetti (tastiere e chitarra), pierpaolo lissignoli (batteria) e stefano stefanoni (basso).
nel 2009 avevano esordito con grand piano, il cui suono mi aveva colpito al primo ascolto. ora sono tornati con quindici tracce che proseguono lo stesso viaggio con ancora più maturità. in questo nuovo disco, prodotto da giacomo fiorenza e registrato in analogico, troviamo di nuovo un ottimo pop rock malinconico e affascinante. le musiche scorrono impetuose e dentro le parole fluiscono precise e ci trascinano in continue evoluzioni emotive.
i testi sono intimi ed onirici ma allo stesso tempo ci danno una lucida osservazione del mondo che ci circonda: storie torbide che si sviluppano tra asettiche camere d'albergo, locali fumosi e luci al neon; spiagge e porti, stagioni che ruotano vorticosamente, pioggia e tanta elettricità, nei testi e nelle musiche. e, quasi sempre, due persone che si inseguono, si lasciano e si attirano, consumano rapporti veloci, fino alla vertigine estrema...
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