sabato 18 giugno 2011

adesso basta, lasciare il lavoro e cambiare vita - simone perotti (chiarelettere, 2009)


al tramonto, sul balcone di casa. 
sul tavolo uno spritz ed una ciotola colma di olive. 
leggo un giornale nella calma più assoluta con in sottofondo un disco di musica jazz.
mi torna in mente un episodio raccontato nel libro di simone perotti che è sul mio comodino. due paginette che ho letto qualche sera fa e che voglio ora condividere:

una mia amica, qualche tempo fa, è passata «per caso» all’uscio di un uomo che aveva co
nosciuto due sere prima a una cena. le piace, e vuole rivederlo. suona e lui apre la porta 
con un bel viso disteso. lei scopre così che in un sabato qualunque, alle 15.30 circa, quell’uomo sta leggendo un buon libro, in cucina, sta preparando un arrosto, pur senza avere ospiti quella sera. rimane ammaliata dalla scena. perché? non certo perché quel tipo legge, o perché prepara un arrosto… no. in un mondo caotico, di gente che non sta ferma un attimo, che ha l’ansia da prestazione, in cui stare da soli è impossibile e se lo fosse sarebbe, per la maggior parte delle persone, un inferno, scoprire che l’uomo che ti piace se ne sta tranquillo e sereno in casa sua a leggere, e che se gli suoni lui ti sorride calmo, gioioso, ti fa entrare, non tenta immediatamente di spogliarti, ti prepara un caffè, ti parla di una cosa che non sia banale…ebbene, questo, che qualcuno chiamerebbe impropriamente «normalità», è una scena affascinante. ciò che di quell’uomo affascina è che sembra sereno, in equilibrio con se stesso.
l’uomo pensava forse di piacere per la sua bellezza. ha invece avuto fortuna perché era almeno parzialmente sereno, perché sembrava un tipo interessante, a posto, in equilibrio con se stesso. aveva una dimensione, una personalità, e per essa è stato notato. la sua vita ben impostata, di persona normale, non schiava dei bisogni, è parsa affascinante quanto basta. se l’uomo avesse dato sentore di cercare spasmodicamente una compagna, non l’avrebbe trovata. «tu confondi il bisogno col desiderio», dice robert redford a meryl streep nel film 
la mia africa. 
ma scusate, quale donna vorrebbe essere la soluzione ai problemi di immaturità, di solitudine, di depressione di un uomo, o viceversa? una crocerossina, forse, dunque una donna ugualmente sbilanciata. conosco molte donne «crocerossina» che stanno insieme a uomini malati. e non è vero che si compensano. due persone incompiute non fanno una coppia che funziona, al contrario!
[adattamento tratto dalle pagine 40-41-42]




simone perotti su facebook
il sito di simone perotti

Nessun commento:

Posta un commento