si tratta di una piccola sala “parrocchiale”, che esiste da decenni, in una strada intitolata ad uno dei più importanti registi degli anni dieci del secolo scorso. proseguimento di via soperga, dove un tempo si concentravano tutte o quasi le case di distribuzione, nonché molte delle aziende che fornivano beni e servizi per il cinema. forse anche grazie a questa sua posizione “strategica”, per alcuni anni, è stato anche sala della cineteca italiana. situato a lato dell’omonima chiesa di santa maria, basta varcare una porta e tre gradini per immergersi in un mondo in cui dal primo sguardo si respira un amore ancora “genuino” per la cultura e, in particolare, per il cinema al cinema. a partire dalle locandine appese ai muri, visibilmente stampate in proprio, alla scatola in cui è possibile depositare commenti, suggerimenti, suggestioni, all’accoglienza cordiale della cassiera che, con naturalezza, invita da subito il pubblico ad interagire, lasciando un recapito e-mail. esiste addirittura la possibilità di chiedere nuovamente la visione di un film, che verrà riproiettato qualora gli interessati raggiungano un piccolo numero (una ventina di persone sono già sufficienti).
sono stati in primis don marco e don andrea, con determinazione ed energia, a curare negli anni la sala in ogni dettaglio, permettendole così di rimanere aperta. si sono via via aggiunti volontari, nonché appartenenti ad associazioni culturali e cinefile quali barz and hippo, la scheggia e cecinepas.
insieme a distributori e registi indipendenti, sono tutti accomunati dallo stesso intento: sorprendere lo spettatore per la qualità e spesso la rarità dei film presentati, in multiprogrammazione giornaliera e, se possibile, parlanti con la loro “vera voce”, sottotitolata in italiano. voce che, per quanto riguarda le varie proiezioni, è affidata a cinebrillo, foglio informativo stampato con periodicità variabile. un nome scelto non a caso: se, infatti, da una parte rimanda al fatto che spesso, assistendo ad uno spettacolo, rimaniamo inebriati dalle emozioni che ci regala, dall’altra è un chiaro riferimento alla spugnetta abrasiva per stoviglie resa famosa in tutto il mondo dal cineasta e artista sperimentale andy warhol. di fronte all’approccio dominante con cui un film viene considerato “usa e getta”, pompato da trailers e anticipazioni che ci bombardano attraverso tutti i media, il beltrade, con coraggio e determinazione, si pone come un progetto culturale “abrasivo” di un’arte ingessata in schemi che rispondono principalmente alle logiche del profitto. qui ci si “prende cura” dei film presentati (che anche nel 2014 potranno ancora essere visti con pellicole a 35 e 16 mm), nella convinzione che il cinema sia un’imperdibile occasione per condividere approfondimenti e riflessioni sui più svariati aspetti della vita.
Nessun commento:
Posta un commento