un “giovane cantante fantastico”, così è stato definito gregory porter da un artista del calibro di winton marsalis. nasce a los angeles ma cresce a bakersfield, california, in una famiglia di origine afro-americana. la scomparsa prematura del padre segna profondamente la vita del giovane greg. si dice che quando da ragazzo la madre lo sente cantare e nota la somiglianza della sua voce con quella di nat king cole, gregory inizia ad immaginare che il cantante sia veramente suo padre e l’amore espresso in quelle canzoni, una dedica segreta. porter inizia ad esibirsi in piccoli jazz club a san diego, dove avviene l’incontro con il suo mentore, il sassofonista kamau kenyatta, “l’uomo che – dirà successivamente - mi ha insegnato tutto ciò che mi occorreva sapere”.
essere incluso, con uno dei ruoli più importanti, nel cast del musical it ain’t nothin’ but the blues permette alla sua voce di ricevere i primi importanti apprezzamenti. questo, però, non lo spinge a fossilizzarsi in lavori teatrali, ma, al contrario, crea il giusto stimolo per seguire il suo cuore che lo porta a new york, in cerca di una carriera solista. il tutto fatto in modo naturale, spontaneo, evitando di seguire percorsi consigliati da altri, pur consapevole che tale atteggiamento, inevitabilmente, comporterà tempi più lunghi per riuscire ad emergere definitivamente. nel 2010 arriva finalmente l’atteso debutto con l’album water, una raccolta di brani originali e standard jazz, che conquista una nomination al grammy nella categoria "best jazz vocal album". con il disco successivo be good del 2012, ottiene la seconda nomination come "best traditional r&b performance” per il brano real good hands.
è uscito da pochi giorni liquid spirit, il terzo lavoro e primo per la prestigiosa etichetta blue note records. quattordici tracce che, oltre a brani originali, includono una versione dello standard jazz i fall in love too easily, nonché la cover di lonesome lover di abbey lincoln e di the ‘in' crowd di ramsey lewis. in questo disco gregory ha portato tutto il suo amore per il blues, il soul, e il gospel, elementi che da sempre sente appartenere al jazz. i testi riprendono temi a lui cari come l’amore, la sua gioventù, osservazioni riguardanti problematiche socio-politiche. sabato scorso, nell’ambito del cartellone del festival mito settembre in musica, ho avuto l’opportunità di assistere all’unica data italiana, presso il blue note milano, del suo un tour mondiale.
segno distintivo di porter, come sempre, quando si è presentato sul palco, un copricapo stile fantino che gli avvolgeva guance e mento e che lui stesso definisce il “mio cappello jazz”. ascoltandolo, fin dalle prime note è stato facile intuire perché, in poco tempo, si sia conquistato la fama di una delle “migliori voci del jazz contemporaneo”. in lui convive con assoluta naturalezza, una tecnica sopraffina che rasenta la perfezione, unita ad un calore che arriva diretto al cuore di chi ascolta, regalando un’emozione sottile ma, contemporaneamente, ammaliante. il video che vi propongo è relativo ad una versione live della title track dell’album, registrata ai kplu-fm studios. un vivace gospel-jazz in cui porter ci trascina nel suo mondo in cui l’amore per la musica, a dispetto o forse a compensazione di un passato doloroso, coincide, contagiosamente, con quello per la vita…
liquid spirit
un re-route the river
let the dammed water be
there's some people down the way that's thirsty
let the liquid spirit free
the folk are thirsty
coz of mans unnaturel hand
watch what happens when the people catch winds
of water hitting the banks of the hard dry land
clap your hands now
get ready for the wave
it might come like the final flood
the people haven't drank in so long
the water wont even make mud
after it comes, it might come like a steady flow
grab the roots of tree down by the river
take a cup when your spirits low
clap your hands now
get down take a drank and fill your water tank
un re-route the river
let the dammed water be
there's some people down the way that's thirsty
let the liquid spirit free
the folk are thirsty
coz of mans unnaturel hand
watch what happens when the people catch winds
of water hitting the banks of the hard dry land
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