il numero indicato nel titolo sembra stia a rappresentare una “dimensione parallela”, raggiunta dal frontman högni egilsson a causa di un disturbo bipolare che lo ha costretto al ricovero in un istituto psichiatrico. proprio in ospedale, insieme alla band, sono stati registrati alcuni demo di canzoni inserite successivamente nel disco. complessivamente si tratta di nove brani che, incentrati su un nuovo sound, più evoluto e minimalista, propongono un pop raffinato a due voci, arricchito dalla presenza di strumenti eleganti e suggestivi quali il violino, il fagotto, il clarinetto e il violoncello. i testi esprimono tutti il desiderio di fuga, alla ricerca in un sogno che permetta di continuare a sperare, superando così i momenti dolorosi che appartengono alla nostra “condizione umana”. il primo singolo estratto è crack in a stone.
il video relativo è diretto da yoonha park, che ha ripreso i membri della band in diverse fasi dell’esecuzione della canzone presso il sundlaugin studio, dove è stata anche incisa la versione definitiva del brano. quattro minuti o poco più di perfetta armonia fra una melodia electro-suggestiva, gli intrecci vocali di egilsson e la controparte femminile sigríður thorlacius. ascoltarli, magari ad occhi chiusi, lasciarsi trasportare e un po’ anche sognare, sembra piacevolmente inevitabile...
crack in a stone
i'm losing sight
a stolen mind.
you're the crack in my rock.
your nose at my feet (well it is a lie).
your tongue down my neck (does it shed a light).
you're the only crack in my rock.
funniest thing is by the end you'll never ever know what I want.
never ever stop to see that i was calling your name.
throw away the signs that say that everything will be alright.
will it make you move, if i'm wiser?
leaving it to be, left to see, that things will get better.
please just follow and remember.
when all is gone, what is left to see:
you're just a crack in a stone.
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