i gatti mézzi ("e" chiusa e zeta sorda, come in "tazza") nascono a pisa nel 2005 da un'idea di tommaso novi e francesco bottai. il loro nome significa gatti fradici e deriva dal detto pisano roba da gatti mézzi. l'intento è di trasmettere l'immagine di due gatti, sorpresi da un diluvio, che scorazzano di notte in un vicolo, alla ricerca di una lisca o di una compagna in calore.
hanno pubblicato 5 dischi scrivendo principalmente in vernacolo pisano.
nell'aprile 2013 è uscito vestiti leggeri, il disco della svolta intimista, una sorta di confessione che, ritornando alla lingua italiana, affronta con leggerezza ed immancabile ironia, temi importanti legati alle paure ed ai sentimenti. confesso di averlo scoperto in ritardo. mi sono dedicato ad un ascolto attento solo dopo aver ricevuto l'invito ad intervistarli - sul divano di salotto muzika - prima del concerto milanese al 75 beat. nell'occasione ho approfittato per fare qualche domanda "fuori onda" a tommaso e francesco, cercando di "rubare" loro solo il tempo di una birretta...
come eravate da bambini?
hanno pubblicato 5 dischi scrivendo principalmente in vernacolo pisano.
nell'aprile 2013 è uscito vestiti leggeri, il disco della svolta intimista, una sorta di confessione che, ritornando alla lingua italiana, affronta con leggerezza ed immancabile ironia, temi importanti legati alle paure ed ai sentimenti. confesso di averlo scoperto in ritardo. mi sono dedicato ad un ascolto attento solo dopo aver ricevuto l'invito ad intervistarli - sul divano di salotto muzika - prima del concerto milanese al 75 beat. nell'occasione ho approfittato per fare qualche domanda "fuori onda" a tommaso e francesco, cercando di "rubare" loro solo il tempo di una birretta...
come eravate da bambini?
t - sono stato un bambino
molto magro e iper attivo.
avevo il terrore del lupo, lo
vedevo dappertutto. amavo annusare i piedi a mia zia, avevo una calligrafia
incomprensibile e ho portato il pannolino di notte fino in prima elementare.
f - tremendo! direi un lazzarone
vero! allo stesso tempo affascinatissimo dal mondo degli adulti.
quando e come vi siete
conosciuti?
t - verso la fine degli anni
'90, frequentando luoghi e amicizie comuni. un giorno suonammo un blues insieme
sul palco del macchianera (importantissimo centro sociale di pisa, ora non
esiste più) e pochi anni dopo mettemmo in musica un po' di cose che avevamo
scritto rigorosamente in vernacolo pisano. fu un successo inaspettato, una
slavina…decidemmo di lasciarci trasportare.
f - in un momento
rivoluzionario per entrambi, in cui s'intravede una linea d'ombra che separa la
gioventù dall'età adulta.
cosa significa il vostro nome
e perché l’avete adottato?
t - significa tante cose: c'è
dentro un po' di jazz, un po' di pisa, un po' di sana pazzìa e tanta umiltà.
f - per quest'irriverenza
tipica toscana che si mescola all'umiltà e alla voglia di creare equivoci.
avete iniziato scrivendo di
pisa soprattutto in vernacolo, l’antica parlata da cui è nato il toscano e
quindi l’italiano.
perché?
t - per spiegarci meglio. era
prioritario per noi, soprattutto in relazione alle cose che avevamo da
raccontare.
f - perché era del tutto naturale
esprimerci senza filtri. oltre a questo c'era la passione per lo scherzo, la
freddura e più in generale per la polemica.
“vestiti leggeri” è il vs
ultimo disco. di cosa vi siete “spogliati” rispetto al passato ?
t - della vergogna di
raccontarsi nell'intimo, di essere giudicati.
f - dell'ortodossia jazzistica
un film che consigliereste di
vedere…
t - sebbene non ami il
musical, "the rocky horror picture show" (visto in 4° liceo) mi ha
totalmente rivoluzionato i parametri socio-artistico-culturali. mi scosse: non
sarei così se non l'avessi visto.
poi, il nuovo film "fin qui
tutto bene" di roan johnson (autore de "i primi della lista" - cinecittà luce, 2011), che ha la colonna sonora firmata gatti mézzi: uscirà
appena sarà pronto.
f - amarcord di fellini.
un libro che non può mancare sul
vs comodino…
t - "chiedi alla
polvere" di john fante: la mia prima lettura di narrativa veramente
interessante e coinvolgente.
f - "il compagno" di cesare pavese.
solitudine e compagnia, in che
rapporto sono presenti nelle vostre vite?
t - sono figlio unico, amo
passare molto tempo da solo, e credo che questa sia la mia vera natura. per
apprezzare la compagnia ho bisogno di contesti ludici e creativi che però, di
fatto, risiedono su un livello molto più alto rispetto alla mia voglia di
solitudine. ho una necessità quotidiana, quasi compulsiva, di attività ludica
ben delineata e, rigorosamente, da svolgersi in compagnia.
f - prediligo la solitudine
perché ho l'impressione, terribile a dirsi, che gli altri, in grandi dosi, mi
facciano perdere tempo.
quanto è importante saper
ridere, anche di se stessi?
t - addirittura più importante
del ridere di ciò che ci circonda.
se non ridessi di me stesso
probabilmente gli altri mi farebbero piangere.
f - tantissimo. é quello che
cerco in una donna, da sempre, e non l'ho ancora trovato :-)
qual è il vs rapporto con il pubblico?
t - piuttosto vorrei dirti
"come è": direi imprescindibile. il pubblico ci nutre, ci coccola, ci
da misura di ciò che è bello.
f - è tutto, anche un
silenzio può essere comunicativo. c'è un silenzio attento e uno annoiato, lo
sentiamo.
dopo la nomination al premio
tenco qual è il vs prossimo obiettivo?
t - senza fretta, vincerlo.
f - Vincerlo!
qual è il disco che vi ha
cambiato la vita?
t - se parli nello specifico
dei gatti mézzi, credo che ogni nostro disco abbia segnato una tappa
importantissima. dico però che il terzo, "struscioni" (Ssam, 2009), è
probabilmente quello che ci ha fatto crescere più di ogni altro, sia
artisticamente che per notorietà, mentre l'ultimo, "vestiti leggeri"
(picicca, 2013), ci sta regalando il nostro primo vero tour in giro per tutta
italia.
in generale invece, la musica
(non ho un disco specifico) che mi ha cambiato la vita: mozart "elvira madigan" e tchaikovsky "il lago dei cigni", alla scuola materna. lo shakin' al piano di jerry
lee lewis, al liceo.
il lucio dalla di roversi e di
"com'è profondo il mare", pochi mesi fa.
f - de i gatti mézzi "amori e
fortori", ovvero il secondo. primo disco in quartetto, fresco e profondissimo.
chiaramente "vestiti leggeri", disco dell'apertura verso l'esterno.
in generale direi "paris
milonga" di paolo conte, "rimmel" di francesco de gregori, "anime salve" di fabrizio de andré e "swordfishtrombones" di tom waits.
cosa ascoltate in questo
periodo?
t - pianismo romantico e
impressionista, brunori s.a.s., la filarmonica municipale la crisi
("l'educazione artistica", 2013).
f - chitarrismo jazz, tom
waits, musica classica del '900
qual è la vostra vacanza
ideale?
t - mare, pesci, mare, pesci,
mare, pesci...
f - brada, selvaggia, pescosa
come sono cambiate le vostre
vite negli ultimi anni?
t - 5 dischi, 700 concerti,
ottima salute (fisica), un figlio splendido: che meraviglia!
f- in meglio: autostima
migliorata, una figlia, più voglia di mettersi in gioco.
c’è una canzone che usate per far addormentare i
vostri figli?
t- ogni sera sussurro al suo
orecchio piccole invenzioni estemporanee, predilige cose minimali e il
misolidio ha quasi sempre la meglio.
f - "ogni città qualche
guaio ha…" quella che canta il gallo di robin hood
grazie ad ellebi per l'aiuto.
*le foto sono di starfooker.
grazie ad ellebi per l'aiuto.
*le foto sono di starfooker.
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