è appena uscito il nuovo album asa nisi masa, un lavoro che loro stessi definiscono ben curato, studiato nei minimi particolari, ma allo stesso tempo, altrettanto viscerale ed istintivo, forte, dal gusto intenso...
nei testi, molto diretti, quasi crudi, vengono accostati scritti originali a brandelli di poeti e scrittori quali bukowsky, pasolini, miller, guerra, saramago, keruac, campana sino ad allen ginsberg, che ha ispirato il nome della band. per quanto riguarda la melodia, il gruppo dice di razziare in qualsiasi discarica della memoria musicale. il tutto alla ricerca di ispirazione per creare, a sua volta, qualcosa di nuovo attraverso materiale di riciclo: re-use re-play.
canto erotico primitivo, video diretto da alessandro di renzo, è il risultato di un progetto che si chiama how to cut up. ogni membro del collettivo è stato chiamato a girare dei mini-video riguardanti temi prestabiliti. il lavoro è durato più di un mese e, alla fine, tutti i pezzi hanno preso senso montati in un unico videoclip. per dare la possibilità al pubblico di vedere il materiale su cui ogni singolo artista stava lavorando, contemporaneamente, è nato anche il blog omonimo. per strutturare al meglio sia lo stesso che il video, si è creata una narrativa attraverso alcune frasi/temi che il regista ha messo in scena ricorrendo a dei ballerini. un modo del tutto originale per estrapolare le atmosfere e le influenze presenti nella musica del gruppo, rappresentando il tutto con suggestioni più oniriche ed astratte.
nei testi, molto diretti, quasi crudi, vengono accostati scritti originali a brandelli di poeti e scrittori quali bukowsky, pasolini, miller, guerra, saramago, keruac, campana sino ad allen ginsberg, che ha ispirato il nome della band. per quanto riguarda la melodia, il gruppo dice di razziare in qualsiasi discarica della memoria musicale. il tutto alla ricerca di ispirazione per creare, a sua volta, qualcosa di nuovo attraverso materiale di riciclo: re-use re-play.
canto erotico primitivo, video diretto da alessandro di renzo, è il risultato di un progetto che si chiama how to cut up. ogni membro del collettivo è stato chiamato a girare dei mini-video riguardanti temi prestabiliti. il lavoro è durato più di un mese e, alla fine, tutti i pezzi hanno preso senso montati in un unico videoclip. per dare la possibilità al pubblico di vedere il materiale su cui ogni singolo artista stava lavorando, contemporaneamente, è nato anche il blog omonimo. per strutturare al meglio sia lo stesso che il video, si è creata una narrativa attraverso alcune frasi/temi che il regista ha messo in scena ricorrendo a dei ballerini. un modo del tutto originale per estrapolare le atmosfere e le influenze presenti nella musica del gruppo, rappresentando il tutto con suggestioni più oniriche ed astratte.
la prima strofa è la libera traduzione di un canto erotico-primitivo tuareg, in cui immagini delicate e tenere si alternano ad altre violente e misteriose.
la scrittura si è avvalsa di "pennellate" di versi di poeti dialettali romagnoli: giuseppe bartoli tratto dal volume “ona finestra averta” e il maestro tonino guerra, da “canteda vintiquatar” (la figa l’è una telaragna, un pidriùl ad sàida…) tratta da “e miel”.
il risultato finale è di forte impatto emotivo con un’evidente volontà di non essere accomodanti. l’intento sembra quello di dare voce alla parte più carnale e primitiva che vive in ognuno di noi, di cui quel canto esasperato, urlato in un crescendo fino all’ennesima potenza, diventa l’espressione più vera…
canto erotico primitivo
lalla, il tuo amore mi macera
invano tento di nasconderlo
se tu non esitassi perdio! perdio!
mi attaccherei alla sua bocca
alle tempie, alle guance
la sua voce mi diletta
ha pelle di seta
ha la nuca più bella
che il collo di un puledro
il mantello dell’alba
lalla, il tuo amore mi macera
invano tento di nasconderlo
se tu non esitassi perdio! perdio!
mi attaccherei alla sua bocca
alle tempie, alle guance
la sua voce mi diletta
ha pelle di seta
ha la nuca più bella
che il collo di un puledro
il mantello dell’alba
cucito addosso con fili di rugiada
lei colma del sapore del campo
ma tu signore dov’eri ieri a mezzanotte?
mi piace tenere una mano contro il petto
sentire più forte
correre il sangue
domandati l’aria
che fine abbia fatto
non lo so se c’era la luna
quando ti hanno inginocchiata dentro quella fossa di zolfo
ma le stelle tutte, non ne mancava una
e non una parola perché figlie del cielo
la sua figa era una telaragna
un imbuto di seta
una porta, la faccia del signore
la sua lingua.
nella notte solo una focarina
che faceva la lingua al buio
che addolciva il buio
che reggeva il buio
in cima alla collina
non lo so se c’era la luna
quando ti hanno inginocchiata dentro quella fossa di zolfo
ma le stelle tutte, non ne mancava una
e non una parola perché figlie del cielo
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