si tratta di undici brani strumentali dominati da una grande libertà espressiva, in cui la musica viene proposta come mezzo e luogo di spostamento e contatto. così, grazie anche all'eterogeneità dei componenti del quartetto, ognuno proveniente da esperienze diverse, le radici rock-blues si mescolano a suggestioni jazz, ma anche reggae, balcaniche ed orientali. fanno parte del progetto mala hierba, oltre a marocchi, fabrizio mocata, carlo ferrara e stefano lazzari. all'album hanno collaborato inoltre, tra gli altri, felice clemente al sax, roberto romano al clarinetto e al duduk, nonché un trio di voci femminili e un coro di otto elementi.
per cogliere le sonorità del quartetto, vi suggerisco il video relativo all'esibizione live, avvenuta presso shareradio, del pezzo foradada. il titolo si riferisce ad un gigantesco scoglio che fuoriesce dal mare dietro il promontorio di capo caccia, in sardegna. un pezzo di roccia scavato dalle onde, l’ultimo bastione oltre il quale lo sguardo si perde nell'infinito del mare aperto. per rendere tutta la forza evocativa di questo paesaggio naturale sono stati utilizzati tre strumenti particolari: la bandurria che, suonata col plettro, appartiene alla musica folclorica di spagna e america latina, la ciaramella, classicamente associata alla zampogna a chiave e la melodica, aerofono simile all'armonica, dotato di tastiera. abbandonarsi, magari ad occhi chiusi, alla dolce intensità di queste note è davvero rasserenante. cinque minuti o poco più in cui mettere in libertà i propri sogni e desideri, prima che tornino a perdersi nei meandri della quotidianità…
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