nel 2002 scappa in francia per realizzare il suo sogno e trova la sua fortuna nella musica. questa è la modalità che le permette di esprimere a tutto tondo l’amore incondizionato per “mama africa“ e, in particolare, per le proprie tradizioni wassoulou.
"per me era una cosa meravigliosa e audace: una ragazza maliana con la chitarra. perché la chitarra dovrebbe essere solo per gli uomini?"
il suo album d’esordio, fatou, dopo essere stato in testa alle classifiche di “world music” in tutto il mondo, è entrato nella rosa dei migliori dischi del 2011 delle più importanti riviste specializzate.
ha collaborato al progetto rocketjuice and the moon (con damon albarn, flea, e tony allen) ed è stata chiamata a partecipare a dischi di herbie hancock, dee dee bridgewater, bobby womack...
chitarrista autodidatta, del suo processo creativo dice: “quando compongo ci siamo solo io, la mia voce, e un piccolo angelo che mi sussurra all’orecchio”. nascono così pezzi in cui modernità e tradizione si contaminano, colorando le sonorità di sfumature che vanno dal rock, al jazz, al blues, fino al folk tradizionale maliano, con la voce di fatou che, calda e intensa ci accompagna con un sorriso sempre radioso, in quello che definire un semplice percorso musicale sarebbe veramente riduttivo.
questo è il mio primo pensiero al termine della serata di lunedì, quando ho avuto il privilegio di assistere ad una sua perfomance live nella magica cornice di villa erba, all’interno del programma proposto nell’edizione 2013 del festival città di cernobbio.
fatou ha le proprie radici in un paese, il mali, in preda alla guerra e in cui la paura cresce giorno dopo giorno. una nazione in cui non si propone alcun modello di società che non sia militarizzata. in questo contesto la gente guarda ai musicisti come delle possibili guide portatrici di speranza per ritrovare un senso, una direzione possibile.
tutto questo è arrivato forte e profondo nella sua esibizione vibrante e scatenata, che si è trasformata in un irresistibile inno alla vita, all’amore, all’emancipazione delle donne, alla pace. il pubblico gradualmente, ma inesorabilmente, è rimasto conquistato da questa giovane donna, a tratti intima e dolce, a tratti scatenata in furiose danze tribali, contaminatrici di essenza energetica all’ennesima potenza. abbandonate le postazioni sedute, ci siamo ritrovati festosi, chi sotto chi sopra al palco, tutti uniti dalla gioia di condividere fino in fondo momenti così appassionati.
per darvi un assaggio dell’impatto emotivo delle performance live di Fatou vi propongo un video tratto da un concerto del marzo scorso all’holon theater in israele, nell’ambito dell’holon international women's festival. partecipazione che testimonia, ancora una volta, il costante impegno civile di quella che è un’anima sensibile e autentica, ancor prima che un’eccellente artista…
*grazie a fabrizio molina per le foto!
fatou ha le proprie radici in un paese, il mali, in preda alla guerra e in cui la paura cresce giorno dopo giorno. una nazione in cui non si propone alcun modello di società che non sia militarizzata. in questo contesto la gente guarda ai musicisti come delle possibili guide portatrici di speranza per ritrovare un senso, una direzione possibile.
tutto questo è arrivato forte e profondo nella sua esibizione vibrante e scatenata, che si è trasformata in un irresistibile inno alla vita, all’amore, all’emancipazione delle donne, alla pace. il pubblico gradualmente, ma inesorabilmente, è rimasto conquistato da questa giovane donna, a tratti intima e dolce, a tratti scatenata in furiose danze tribali, contaminatrici di essenza energetica all’ennesima potenza. abbandonate le postazioni sedute, ci siamo ritrovati festosi, chi sotto chi sopra al palco, tutti uniti dalla gioia di condividere fino in fondo momenti così appassionati.
per darvi un assaggio dell’impatto emotivo delle performance live di Fatou vi propongo un video tratto da un concerto del marzo scorso all’holon theater in israele, nell’ambito dell’holon international women's festival. partecipazione che testimonia, ancora una volta, il costante impegno civile di quella che è un’anima sensibile e autentica, ancor prima che un’eccellente artista…
alama
nin mun kèr’i la i ta to ala na kira ma
kabini n’cinini
ko n’ma n’sunguruba
u ko n’ma jaheli olu ko n’ma nangaraba
ko n’ma kònò tinyèla u ko n’ma subaga
u ko n’ma jaheli olu ko n’ma nanfigi
ne dun m’a kun dòn muna makòrò bè n’juguya sa
ne dun m’a kun dòn muna makòrò bè n’juguya sa uwoo
nyani nyani le nyani nyani
sèngèn sèngèn le sèngèn sèngèn
a ye n’sòn jila ko ne ko kè n’wolonaw ye
a ye ne sòn kumadala ko ne ko kè n’wolofaw ye
a ye ne sòn hinèla ko ne ko kè n’jigi muso ye
a ye ne sòn hinèla ko ne ko kè n’balemaw ye
a ye ne sòn sabalila ko ne ko kè n’teri muso ye
ne dun m’a kun dòn muna makòrò bè n’juguya sa uwoo
ne dun m’a kun dòn muna makòrò bè n’juguya sa, Ala aye
ni n’donna maa min gasila o ka yafa n’ma n’ye denin ye
ni n’donna maa min gasila o ka yafa n’ma n’ye denin ye
n’ko nin dònkili bè dala jònni ye
nin dònkili bè dala fatanw nye a bè dala batanw ye dunia
a bè dala jigitanw ye a bè dala batanw ye dunia
ni n’donna maa min gasila o ka yafa n’ma n’ye deninye hee
alama (english)
whatever happens to you, trust in god
whatever happens to you, trust in god
since i was a little girl
i was called a whore, a liar
i was called cheeky, and a witch
people even said i had several abortions
i don’t know why these people attack me
what hell; what hell
what suffering; what suffering.
give me water, so i can give it to my mothers
give me a voice so that i can talk to my fathers
give me pity so that i can share it with the woman who supports me
give me pity so that i can share it with my brothers
give me tolerance so that i can give it to my friend
i don’t know why these people attack me
sorry if i have offended you, i am only a child
who is this song for?
i’m singing it for orphans who have no father or mother in the world
for those without hope, and those with no mother in the world
sorry if i have offended you, i am only a child
Nessun commento:
Posta un commento