mercoledì 10 luglio 2013

albedo - cuore (2013)

gli albedo sono quattro ragazzi di milano che vengono tutti da altre esperienze: chi ha condiviso la stessa band, chi la stessa scena e chi solo gli ascolti. si sono esibiti live con artisti quali giorgio canali, moltheni, brunori, zen circus, niccolò fabi. la loro è una musica intensa, molto legata alle sensazioni, caratterizzata da testi particolarmente curati. una “denuncia emotiva“ del malessere di questi anni e di questa società. i loro dischi, per scelta, sono scaricabili gratuitamente, in quanto non vedono la musica come lucro ma come momento di condivisione.
così è successo anche per il terzo album in studio lezioni di anatomia uscito lo scorso aprile. si tratta di un concept composto da nove brani, fra cui alcune code strumentali, in cui la vita di ogni giorno, con le sue emozioni e i suoi sentimenti, viene raccontata da una prospettiva del tutto originale e privilegiata: quella degli organi del corpo umano. il tutto è partito da un brano gambe e da lì è nata la voglia di sviluppare insieme un’idea. il modo migliore, secondo la band, di rendere la musica perfettamente aderente ai testi, quasi fino a combaciare. 
cuore è il brano che apre il disco e primo video da questo album. al ritmo incessante dei battiti di questo organo così ricco di sensazioni, la band ci racconta una pillola di vita, coinvolgente ed energetica. raniero federico neri, frontman del gruppo, spiega così la creazione delle immagini che accompagnano il brano: “un giorno mi ha chiamato fabio valesini, mi ha detto che non aveva mai fatto un videoclip musicale, che aveva uno storyboard dove succedevano cose che non si capivano, che era girato tutto al contrario ma montato dritto, ma che poi alla fine il risultato sarebbe stato metà e metà, che c’era una scena con delle radiografie che si animavano e che avremmo dovuto procurarci un carrello della spesa perché con il budget che gli era stato dato non ci prendevamo nemmeno una sedia di legno. Come potevamo dirgli di no?“
cuore
in un futuro non lontano sapranno fare a meno di me. 
e questa gabbia fatta d’ossa mi protegge ma mi esclude da tutti voi. 
sono io che lavoro mentre dormi, sono io che ti ho fatto sussultare 
sulle scale, e sono io dalla memoria corta,che sbaglio mille volte 
io,a sperare che lei passi, a sorprenderti per niente. 
lascio che tu sia per una volta 
fingo che tu sia per una volta a scegliere. 
è vero,non sono di certo quello più adatto da ascoltare,ma se tutti facessimo cosa dice quello la 
sopra,allora sai che divertimento? 
tanto varrebbe mettersi tutti in croce e marciare come nazisti. 
perché comunque… 
sono io che lavoro mentre dormi,sono io che ti ho fatto innamorare sulle scale,e sono io dalla 
memoria corta,che sbaglio mille volte io,a sperare che lei passi,a sorprenderti per niente. 
lascia che sia io per una volta 
fingi che sia io per una volta 
a scegliere.

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