la loro musica, infatti, spazia con la stessa naturalezza, dai canti folkloristici dei rispettivi paesi di provenienza, alla rivisitazione in chiave del tutto personale di brani che hanno fatto la storia del rock come, ad esempio, purple haze di jimi hendrix.
strumenti protagonisti delle loro performance insieme alle più canoniche percussioni, sono, rispettivamente: il violino morin khuur, di origine mongola e la gadulka, strumento ad arco proveniente dalla bulgaria.
il primo si compone di una cassa armonica a forma di trapezio, con un lungo manico, una tavola di legno coperta da una pelle tesa di cammello, di capra o pecora e due corde di crine di cavallo. anche l'estremità del suo lungo collo è scolpita a forma di testa di cavallo.
la forma e accordatura della seconda (imparentata con la nostra lira calabrese), varia da regione a regione. la versione moderna ha tre corde melodiche d'acciaio (un tempo in budello).
altra caratteristica del tutto originale di questo gruppo è l’uso della voce da parte di dandarvaanchig enkhjargal che si esprime attraverso il così detto canto diplofonico: una tecnica che permette ad una singola voce di produrre simultaneamente due o anche più suoni distinti risultando così duplicata all’orecchio di chi l’ascolta.
il video di barbar rock è tratto da un’esibizione live avvenuta durante l’edizione 2011 del rhino jazz festival a firminy (francia).
impossibile non essere conquistati dalla dirompente forza espressiva di questi “barbari moderni“, allo stesso tempo curiosi e attenti cittadini del mondo…
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