l'ispirazione per questo disco nasce del tutto casualmente, da un aneddoto che risale al 2012, periodo in cui teardo stava registrando still life, l'album realizzato in coppia con blixa bargeld. durante una visita insieme in una libreria di berlino, quest’ultimo ha urtato uno scaffale ed un libro, caduto ai suoi piedi, ha attratto immediatamente l’attenzione di teho. si trattava di wilder mann o la figura del selvaggio. un viaggio fotografico, condotto tra il 2010 e il 2011, in diciotto paesi europei, alla scoperta di ancestrali ritualità pagane. immagini incredibili, mostruose, in cui fréger, ha ritratto uomini con costumi di pelli animali che non hanno più niente di umano ma sono orsi, cinghiali, strani esseri che sbalordiscono, collegandoci a qualcosa di primitivo. ciò ci riconduce alla terra, alla nostra animalità perduta, celebrando il ritmo della vita e delle stagioni che cambiano.
teho, folgorato dalla potenza visiva ed evocativa degli scatti del fotografo francese, tornato in studio, gli ha scritto una mail, alla quale, nel giro di una quarto d’ora, ha ricevuto una telefonata di risposta. si sono poi incontrati a parigi, dando inizio ad un’intensa collaborazione. fréger ha fornito a teho tutti gli scatti realizzati, corredati da appunti e racconti. è stato quasi come lavorare ad un altro film, solo che la sceneggiatura, in questo caso, era costituita dalle immagini.
si tratta di un disco composto di getto e registrato nello studio romano del musicista con ospiti illustri: il balanescu quartet ed i violoncellisti martina bertoni, erik friedlander e julia kent. il rapporto fra il mondo visivo e il suono, la musica, è qualcosa che teho sente dentro. in questo caso, però, è un lavoro con dinamiche cinematografiche ma da non considerarsi assolutamente cinematico, permeato di evidenti richiami ad una sorta di folk pagano. di fronte alla noia tecnologica rappresentata dai social network dove tutti si definiscono amici, il richiamo al “selvaggio”, al mostruoso, pronto lì fuori a spaventarci, per teardo, permette il recupero di una “necessaria” imprevedibilità. nasce da queste sensazioni una musica in cui si allarga lo spettro delle connessioni. ogni singolo suono da, a chi l’ascolta, la possibilità di individuare molteplici significati. nella melodia, tesa alla ricerca di un contatto fra un mondo passato e la parte tecnologica della musica, l’elettronica ritrova elementi primitivi, ma privi di nostalgie etniche.
"music for wilder mann" è un disco che ancora una volta rivela una profonda propensione all’apertura incondizionata verso il mondo delle emozioni più profonde ed intime. non a caso teho dichiara che il nuovo lavoro musicale è nato dalla necessità, ogni giorno, anche solo per qualche istante, di sprofondare dentro la commozione. il video che vi propongo è relativo alla versione live, eseguita nel suo studio, del brano attonita, che apre l’album. dalle prime note colpisce il forte impatto emozionale della sua scrittura musicale. in questo caso una colonna sonora intensa, solenne, a tratti quasi drammatica, dalla quale farsi avvolgere e coinvolgere fino a quel finale “tronco” che bruscamente ci riporta alla realtà…
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