il disco, con il titolo "la giostra" viene pubblicato il 29 febbraio 2012 per la neonata etichetta “cose in disordine”.
la giostra cresce sulle basi gettate nel disco d'esordio: atmosfere melancolico-intimiste della tradizione cantautorale, con riferimenti ad un pop raffinato di matrice anglo-americana che gli permettono di acquisire un respiro più internazionale.
il nuovo video "vorrei, potrei, dovrei", con immagini montate da valeria belloro e alessandro marchetti, racconta il senso del loro viaggio e, per alcuni, della loro vita...
il mare fa da sfondo metaforico ad un rapporto complicato, teso alla ricerca di trovare quello che ci manca, quello che non siamo e che vorremmo essere, quello che potremmo e che, per il bene di tutti, dovremmo essere. ma spesso le persone a cui ci aggrappiamo non stanno tanto meglio di noi. e allora non rimane che affidarsi alla bellezza della verità, che rimane il vero salvagente della vita.
vorrei, potrei, dovrei
vorrei, potrei, dovrei
rubare tutta l'energia che hai
diversa dalla mia
lo sfinimento è causa della nostra frenesia
sono aggrappato a un naufrago
sopravvissuto a un incubo che annega la poesia
vorrei, potrei, dovrei
assecondare le teorie che hai
diverse dalle mie
le cause di ogni divergenza sono una follia
sono aggrappato a un naufrago
in cerca di un rifugio che non sia la fantasia
sono aggrappato a un naufrago
alla deriva cè un miraggio in fondo alla tua scia
vorrei cambiare il senso delle cose e farmi trasportare
potrei costringerti a subire e farti ancora naufragare
dovei sapere sempre cosa dire e dopo non parlare
vorrei che fosse tutto vero
rubare tutta l'energia che hai
diversa dalla mia
lo sfinimento è causa della nostra frenesia
sono aggrappato a un naufrago
sopravvissuto a un incubo che annega la poesia
vorrei, potrei, dovrei
assecondare le teorie che hai
diverse dalle mie
le cause di ogni divergenza sono una follia
sono aggrappato a un naufrago
in cerca di un rifugio che non sia la fantasia
sono aggrappato a un naufrago
alla deriva cè un miraggio in fondo alla tua scia
vorrei cambiare il senso delle cose e farmi trasportare
potrei costringerti a subire e farti ancora naufragare
dovei sapere sempre cosa dire e dopo non parlare
vorrei che fosse tutto vero
il disordine delle cose
marco manzella - voce, chitarre
alessandro marchetti - basso
luca schiuma - piano, organo
vinicio vinago - batteria
emanuele sarri - chitarre
mattia boschi - violoncello
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