mi è capitato di recente di
imbattermi nel disco di matteo fiorino, uscito qualche settimana fa su
etichetta frivola records: il masochismo provoca dipendenza. è un album piacevole, espressione di un cantautorato
sbarazzino ma che allo stesso tempo offre interessanti spunti di riflessione,
spesso giocati sul filo di una poetica ironia. notando il suo passaggio per milano, ne ho approfittato e sono andato ad ascoltarlo dal vivo. è stata
l’occasione per scambiare quattro chiacchiere da vicino che mi hanno portato a
conoscere meglio matteo e la sua musica.
va
precisato che matteo non si è potuto esprimere al massimo delle sue
potenzialità, non tanto per i contenuti, in quanto le canzoni sono state
presentate in modo accattivante ed eseguite con impegno - tra l’altro
si è prodigato nell’intrattenimento del pubblico, risultando a volte illuminante nel
raccontare il senso più profondo dei suoi testi. il limite è stata la location,
il bar al confine
in zona porta genova. un locale che si è rivelato inadatto per questo genere di
situazioni, fortemente condizionato dall’impianto audio piuttosto carente e dai
presenti che in buona parte chiacchieravano amabilmente, disturbando chi voleva
rimanere concentrato nell’ascolto del concerto. nonostante le condizioni
ambientali, fiorino non si è scoraggiato, ha combattuto le avversità, portando
così a termine egregiamente la sua performance.
nel dopo concerto ho avuto l’opportunità di soffermarmi con
lui davanti a una birretta e quello che segue è più o meno quanto ci siamo
detti:
dalle informazioni diffuse dal tuo ufficio
stampa, oltre ad essere un cantautore sei anche un marinaio...
si, confermo! sono un pessimo marinaio con
mansione di cuoco ma lavorando su barche piuttosto piccole sono praticamente un
tutto-fare. mi imbarco solitamente per periodi brevi e soprattutto su barche a
motore.
mi risulta che da buon marinaio non mantieni le promesse (sbaglio o il tuo
disco doveva uscire nel 2013?)
quelle non le mantengo a prescindere. scherzo! diciamo che il mio slancio di
ottimismo è stato
severamente punito. purtroppo ci sono stati vari intoppi durante la produzione,
perciò
l'uscita è
slittata di un paio di anni, durante i quali sono diventato matto, ma durante i
quali ho sempre e comunque aggiornato i raisers sullo stato dei lavori. tutto
sommato è uscito
fuori un buon lavoro e, chi ha creduto in me fin dalla prima ora, adesso che ha
finalmente ricevuto il disco, si ritiene ampiamente soddisfatto. meno male,
va...
parlami dell'esperienza di musicraiser
un'esperienza di sicuro molto formativa, al di
là del
raggiungimento dell'obbiettivo. solo quando ci sei dentro ti rendi conto che
fino a un attimo prima avevi pressoché totalmente ignorato una serie di aspetti legati alla creazione
dell'immagine e al suo confezionamento: in una parola, la “comunicazione”. in italia gli artisti tendono a sottovalutare questo aspetto, forse perché fino a pochi anni fa erano altre figure professionali ad
occuparsene, quindi è un “problema” nuovo.
lo scopo principale di piattaforme
crowd-funding come quella di musicraiser, prima ancora che raccogliere fondi, è quella di promuovere la tua attività e coltivare il tuo seguito nel modo più diretto possibile, cioè coinvolgendolo nei tuoi progetti. lo staff ci crede un casino e
non lascia nulla al caso, anzi, ti segue in tutte le fasi, fa report continui e
si confronta con te in continuazione. ricordo le telefonate della mia tutor,
che con un tono di voce iper determinato mi spronava a seguire delle strategie. quelle telefonate avevano un'atmosfera orwelliana! ma effettivamente, se dai
retta a loro, la campagna funziona.
di norma, chi suona in ambienti in cui non è conosciuto, cerca di richiamare l’attenzione suonando qualche cover famosa. tu sei partito con un
brano di oratio e uno di nino bruno e le otto tracce. mi è sembrata una scelta
quantomeno bizzarra…
mi rifiuto di credere
che al mondo ci sia gente stordita dalla mancanza di curiosità al punto di aver
bisogno di ascoltare cover conosciute per dedicare la propria attenzione a un
concerto. mi rifiuto di suonare cover di canzoni che non avrei mai scritto. mi
rifiuto di iniziare un concerto suonando le mie canzoni perché mi verrebbero
male, così suono canzoni di altra gente. mi vuoi ancora bene? comunque ho un
side project assieme a shiva bakta che si chiama “vedo gente faccio cover”.
mi ha incuriosito il testo di "esca per
le acciughe", di cui esiste un simpatico video ad opera del mitico mezzacapa. mi
spieghi di cosa parla?
video bellissimo, vedetelo assolutamente! la
canzone è una
metafora sull'attesa di qualcuno che non tornerà mai sui suoi passi ma tiene l'altro in scacco, lasciandosi “galleggiare” per
simulare indecisione. l'altro diventa un'esca per le acciughe, laddove le
acciughe sono i tanti piccoli falsi allarmi che lentamente fanno venire le
rughe al cuore di chi attende in vano. non la capisce nessuno 'sta canzone, è un bel casino.
il singolo dell’album (la buona occasione) si potrebbe quasi definire una “dallata”. te la
prendi se la metto su questo piano?
ahaha! fantastico! pensa che “dallata” è esattamente l'aggettivo che ho coniato per la presentazione
track-by-track del disco, te lo giuro. complimenti vivissimi, chissà quante altre cose abbiamo in comune. ho scritto quella canzone in
un momento in cui ero concentrato sull'ascolto di lucio dalla e paolo conte, ma
evidentemente devo aver assorbito più dalla.
come torni a la spezia, ancora con blablacar, come all’andata?
tornerò a roma, dove mi sono trasferito da qualche mese, ma spero di
trovare comunque un blablacar, sennò sono fottuto!
[le foto sono di futura tittaferrante]