laura kabasomi kakoma (in arte somi) è una cantautrice ed interprete nata in illinois da genitori immigrati in america dal rwanda e dall'uganda. il suo è un percorso di vita in senso inverso. nel 2011, dopo la morte del padre e su consiglio di hugh masekela (trombettista tra i grandi esponenti della musica africana e suo grande amico) ha lasciato new york e si è trasferita a lagos. qui, somi, che in america si era già conquistata una certa attenzione nel mondo jazz, ha avuto modo sia di arricchire il proprio repertorio, che di ampliare le conoscenze della musica nigeriana, esibendosi spesso con artisti locali. è nato così il suo nuovo disco, the lagos music salon, un progetto che si caratterizza per la costante sequenza, accanto a brani accattivanti, di pezzi i cui testi affrontano temi socialmente e politicamente impegnati quali il genocidio, l’infibulazione, il forzato sbiancamento della pelle... dal punto di vista melodico spicca l’influenza della musica nigeriana ed il brano "lady rivisited” prende spunto proprio da uno dei capolavori di fela kuti, impreziosito dalla presenza di angelique kidjo. non manca anche un’impronta più squisitamente americana nel pezzo “when rivers cry”, che vede la collaborazione con il rapper di chicago common. anche grazie ad una voce che unisce una tecnica perfetta ad una seducente intensità, somi ha saputo creare uno stile ibrido che fonde l’essenza del jazz e del soul con la profondità delle sue radici africane.
il video di
“brown round things”, ispirato dalla visione di alcune “donne della
notte” che abitano strade molto particolari di lagos, testimonia la
sensibilità di somi verso un tema sempre di scottante attualità come la
prostituzione femminile. il suo è un approccio particolare che, nel
rispetto assoluto delle scelte di vita individuali, si astiene da
qualsiasi giudizio morale, concentrandosi piuttosto sulle sensazioni
legate alla “perdita d’innocenza” che caratterizza questa sofferente
condizione di vita. quella tromba così struggente (suonata da ambrose akinmusire)che
accompagna il piano per tutto il pezzo, unita ad una voce ricca di
sfumature intime e delicate, trasmette il rispetto sincero per l’umanità
ferita di donne che comunque hanno trovato un loro modo per
sopravvivere in una città tanto dura…
la delicata "last song" parte dolcissima voce e piano fondendo le precedenti esperienze jazz di somi con le influenze assimilate nei 18 mesi passati a lagos. le immagini ci aiutano ad entrare in questo mondo in cui i sorrisi, i colori e la natura forniscono un grande contrasto con la visione delle degradate aree urbane. il brano è dedicato alla memoria delle vittime del volo interno abuja-lagos (dana air 992), schiantatosi durante l'atterraggio nella città africana il 9 giugno 2012, nel quale persero la vita tutte le 153 persone a bordo. in particolare somi fa riferimento ad una donna che aveva conosciuto una settimana prima, perita nell'incidente. il messaggio è di vivere ogni giorno fino in fondo perchè non possiamo mai sapere se sarà l'ultimo.
somi ha scritto "ginger me slowly" dopo aver sentito l'affascinante espressione in slang lagosiano (una varietà di pidgin english) "to ginger someone", praticamente "speziare qualcuno" che significa "farlo sentire bene". immagini in bianco e nero intime, romantiche, a tratti sensuali, accompagnano un brano che parla d'amore con sfumature minimali ma intensamente poetiche...