partiamo dalle origini del vostro nome: sul vostro sito si
parla di ragazzi fracassati dopo un incidente d’auto. cosa c’è di vero? c’è un
aneddoto da raccontare, da cui deriva nome della band?
guarda, così tu potrai confermare
che ci sono le cicatrici, uno schifo! io non ho la milza per esempio, andrea può
far vedere le braccia con le cicatrici ovunque e poi ci siamo spaccati le
gambe…di tutto di più! è tutto vero e tu che ci hai visto potrai confermerai
ai lettori. questo è successo qualche anno fa quando abbiamo fatto un incidente
insieme in macchina…poi la storia è stata un po’ romanzata. suonavamo già in
gruppi diversi, poi dopo anni ci siamo rincontrati e abbiamo fondato la band. io
in ospedale avevo visto un bando, una sorta di seminario di ramo specialistico
della facoltà di medicina: il management del dolore post-operatorio e via...così
è partito tutto.
nel 2008 avete esordito con mestruazioni che non ha avuto grossi riscontri. poi un’attività
live importante durante la quale avete diviso il palco con i marlene kuntz, the
zen circus, diaframma, echo & the bunnymen, molti concorsi vinti ed infine
il premio martelabel che è stata un po’ la vostra svolta. è stata una costante
evoluzione o è successo qualcosa che vi ha fatto cambiare marcia?
mestruazioni in realtà han avuto un buon
riscontro di recensioni, solo che era un’autoproduzione dove abbiamo dovuto
lavorare noi personalmente per la promozione. tanto è vero che noi con le
stesse canzoni di mestruazioni, che forse
oggi ci piacciono un po’ meno, abbiamo vinto tutti i concorsi a cui abbiamo
partecipato e, grazie anche ad un certo tipo di spettacolo live, abbiamo
suonato con i grandi gruppi che tu hai citato. per questo, in realtà mestruazioni per noi ha avuto un grande
successo che poi ci ha portato a questo.
diciamo però che auff! è il nostro primo vero disco
perchè mestruazioni in realtà è un ep
che andava lasciato sul comodino. però, siccome noi siamo pazzi, l’abbiamo
mandato a tutte le radio, alle riviste come il mucchio, blowup, rollingstone e questa pazzia ci ha portato qui.
che poi in realtà il gusto è una
questione di numeri, di “imboccamenti” per le persone comuni. sd esempio, se in
radio passa 700.000 volte al giorno tiziano ferro si sa che i più, che sono stupidi,
vanno dietro a quello. se non passa altro, quello diventa automaticamente il
meglio. è come se io ho una fetta di pane e niente: la fetta di pane è la cosa
migliore che ho. se invece, ho una fetta di pane e una fetta di pane col
prosciutto, posso scegliere.
com’è stato lavorare con un produttore esperto come manuele
fusaroli che ha prodotto gruppi come the zen
circus, nada, tarm, il teatro degli orrori, le luci della centrale elettrica...
con manuele ci siamo trovati
benissimo da subito e te lo potranno confermare anche altri gruppi che hanno
lavorato con lui. è riuscito a creare esattamente il suono che volevamo e
secondo me è davvero bravo a produrre i gruppi quando sono al loro primo disco.
il vostro disco ha avuto ottime recensioni da repubblica, corriere della sera e
riviste specializzate. sembra che anche jovanotti abbia speso belle parole. come
vivete questo momento di grande attenzione mediatica?
lo viviamo proprio bene! lo stiamo
godendo e siamo molto contenti che persone di ambienti anche molto lontani dal
nostro, come ad esempio jovanotti che hai citato, caparezza e altri parlino
bene di noi.
voi provenite dall'abruzzo e nella scena italiana sono molti
oramai i gruppi che pur venendo dalla provincia offrono prodotti musicali di
altissima qualità e che partendo dall'autoproduzione riescono ad arrivare alla
distribuzione a più ampio respiro. cosa ne pensate?
pensiamo che, forse, sia arrivato
il momento della provincia. forse in provincia si è più artigiani, soprattutto
artigiani delle emozioni, perché si vive il mondo in una maniera differente
delle grandi città. è possibile che il grande pubblico si sia stufato di una
visione molto pop, molto televisiva delle emozioni. probabilmente in provincia
le emozioni sono più vere, si può ancora trovare il nonno davanti al focolare o
il filosofo con la quarta elementare al bar che ti dice delle cose stupende. il
pubblico si è stancato di quello che la radio impone, c’è una “rivoluzione” in
italia. già un esempio è stato il primo maggio di quest’anno: fino all’anno
scorso c’erano solamente gruppi di un certo calibro del panorama pop,
quest’anno l’80% erano gruppi indipendenti, quindi questo vuol dire che
qualcosa in italia sta cambiando. spero che non li abbiano chiamati solo perchè
costano di meno!
auff! è un album incazzato e cinico dove si percepisce un
estremo bisogno di contestare un sistema alle porte del tracollo. la vostra
risposta, che fa un po’ da filo conduttore all’intero album, è spesso
distruttiva e disfattista...
in realtà noi non siamo rivoluzionari, ma ci poniamo
come cronisti della nostra epoca. i più grandi rivoluzionari erano persone che
avevano dentro un amore incredibile. majakovskij ha scritto delle cose
fantastiche ed è visto come un uomo burbero, grosso, violento. in realtà ha scritto
un poemetto che si chiama io amo,
delle poesie d’amore sconvolgenti: ti accorgi di quanto una persona possa
arrabbiarsi e quindi volere questa distruzione e questa disfatta solo perché
non riesce a trovare, a vedere attorno a sè l’amore. in realtà le persone così
amano fortemente il bello e il giusto ed è fortemente ingiusto che una persona
soffra, si ammazzi o che il mondo sia brutto. le persone più incredibilmente
incazzate, sono le uniche che vorrebbero veramente cambiare il mondo. paradossalmente
chi ha più voglia di distruggere le cose intorno a sé, è colui che più le vuole
cambiare e che più vuole che le cose siano migliori.
dite
che la storia ci insegna a “distruggere quando è il momento”. credi che sia
davvero irreversibile il caos raggiunto dalla storia e distruggere
questa società sia la chiave di volta?
non siamo proprio al momento giusto ma questa crisi
non è assolutamente risolvibile. il grado di irreversibilità arriverà e ce ne
accorgeremo, noi adesso stiamo fin troppo bene. perchè è da ripensare tutto: il
lavoro è pensato male in Italia, forse anche più che in altri paesi, e poi
soprattutto la cosa che non riusciamo a capire è che noi al lavoro non serviamo
più, ci sono le macchine. le nostre braccia sono già inutili. perché le
fabbriche crollano, licenziano tutti, non riescono a fare guadagno? perché
l’essere umano non è fatto per lavorare. siamo inadatti al lavoro, soprattutto
a livello industriale siamo inadatti. questa è l’era tecnologica e noi dovremmo
diventare tecnologici. probabilmente la prossima evoluzione dell’uomo non sarà
più umana ma robotica. probabilmente il robot
è il prossimo uomo...!
macedonia è un pezzo graffiante ed incalzante. le guerre non
sono mai servite, ma evidentemente il grido no-war non è mai bastato a
fermare l'ignoranza degli eserciti. pensate che riusciremo mai a battere le
frontiere della pace e della libertà combattendo con la musica?
con la musica no. già ci hanno provato in tanti ed
erano anche più bravi di noi. io credo che il concetto di prima, dell’uomo
inadatto a questo tipo di mondo forse un giorno riuscirà a fermare le guerre. la
guerra è un modo di cercare potere, possesso, spazio per fare delle cose, per
il mercato della guerra, per i soldi, per l’industria della guerra. quando
tutto questo sarà assolutamente non necessario, perchè l’uomo non si
preoccuperà più di queste cose, ci saranno dei robot che lavoreranno per noi e noi faremo solo all’amore dalla
mattina alla sera. non ci sarà proprio bisogno nell’impeto umano di fare la
guerra, salvo qualche pazzo... non ci sarà più bisogno della guerra, perchè non
ci servirà più conquistare uno spazio, perchè in realtà non avremo niente da
investire in quello spazio. investiremo solo nelle emozioni e tutti ci
avvicineremo un po’ di più, probabilmente...
com’è nata la colaborazione con emiliano audisio
dei linea 77?
l’ha chiamato emanuele
fusaroli, la verità è questa. lui chiede solamente collaborazioni quando pensa
che qualcuno può dare qualcosa in più al tuo album. molto probabilmente l’ha
chiamato perchè è molto diverso da noi. tante volte alcune collaborazioni
possono andare male perché inutilmente possono far credere al pubblico che il
gruppo s’ispiri alla persona chiamata a collaborare. questa è la pericolosità
delle collaborazioni, mentre mettere una persona che si distacca fortemente dal
tuo sound e che ha anche una bella testa e ragiona diversamente, può essere una
scelta vincente. le parti che canta lui le ha volute scrivere da solo e
soprattutto le ha cantate negli spazi giusti. li voleva essere emiliano
audisio dei linea 77, nello
spazio che gli lasciava la canzone, rispettando la canzone, il management
ed il pezzo. io credo sia stata una persona intelligente; sia lui, sia emanuele
che l’ha chiamato.
pornobisogno ha fatto immediatamente parlare di voi, infatti, il
video è stato subito censurato da youtube e poi riportato sul sito di
repubblicaXL. vi ha lusingato questa cosa?
certamente! c’è qualcuno
a repubblica XL a cui piacciamo tantissimo e questo ci fa molto piacere.
ringraziamo anche davide toffolo che parla sempre molto bene di noi e ci fa
molto piacere. il fatto che pornobisogno sia stato censurato fa parte
delle brutture che ci sono nel nostro paese. siamo dei bigotti. nel video non
c’era nulla di più di quello che si vede in televisione tutte le sere.
anche youtube poi è
un sistema che non funziona molto…tu potresti scrivere che il mio video non va
bene perché ti sto antipatico o che è inadatto, ma questo non significa che i
contenuti non siano validi per gli altri. in ogni caso ci fa molto piacere che
persone come quelle di repubblica XL abbiano appoggiato la nostra campagna:
questo video è bello e ben fatto, non c’è niente di esageratamente pornografico
o volgare. e poi c’è sempre un modo su internet per divulgare…lo metteremo anche
sui siti porno tra un po’!
è un po’ una critica contro l’industria
discografica e contro l’industria di noi stessi. noi magari andiamo in giro
parlando e strariparlando di tutti questi poeti maledetti senza magari averli
letti o senza averli mai capiti. è il momento di parlare di noi stessi. non è
una critica contro questi grandi artisti che ci hanno insegnato tanto, è un po’
contro le persone che ne abusano e anche contro chi fa sempre del citazionismo
piuttosto che dire una cosa con il proprio cervello...
una
curiosità per finire…chi è in realtà il numero otto?
il numero otto siamo tutti
noi: gli esseri umani che si limitano a stare tra il sette e il nove piuttosto
che diventare l’infinito. noi siamo tutto, siamo l’infinito, siamo quello che
respiriamo, siamo tutte queste emozioni mentre ci limitiamo a fare il nostro
dovere, ci limitiamo a vivere la nostra vita come se respirare fosse l’unica
cosa…ma, respirare significa far parte dell’infinito. Respirando muovi tutta
l’aria del mondo, una cosa fantastica. concludo con questo: c’era un tizio a
cui hanno chiesto: “tu che fai nella vita?” - “io faccio il musicista” - “no no,
cosa fai per vivere?” - “io per vivere respiro!”
james cook was here!
magnolia, 24 maggio 2012
articolo pubblicato su REvolution Rock #7,
la webzine di diavoletto netlabel http://issuu.com/diavolettolabel/docs/re7
http://www.diavolettolabel.com/archivio.html
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per approfondire...
sito internet ufficiale